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Microbioma

Attualmente è in corso presso il Centro Parkinson ASST G. Pini-CTO di Milano uno studio clinico che ha come scopo la caratterizzazione della flora intestinale (la principale componente del microbiota ovvero della popolazione di microorganismi che normalmente vive nel corpo umano) dei pazienti affetti da malattia di Parkinson. In altre parole, si desidera verificare quali siano le differenze qualitative tra la flora batterica intestinale dei pazienti parkinsoniani rispetto a quella delle persone sane. Per questo motivo vengono reclutati non solo pazienti, ma anche soggetti sani, in particolare i coniugi, perché si suppone che le abitudini alimentari dei coniugi siano abbastanza simili. 

Questa ricerca è molto importante perché potrebbe svelare una causa della malattia di Parkinson. È stata formulata la ipotesi che sostanze tossiche prodotte dai batteri nell'intestino possano essere trasportate lungo i nervi che collegano l'intestino al cervello fino ai centri nervosi che vengono colpiti dalla malattia. Ricercatori danesi hanno verificato questa teoria confrontando i pazienti sottoposti 30-40 anni fa in Danimarca al taglio del tronco del nervo vago (“vagotomia”), il nervo che collega l'intestino al cervello, con soggetti non sottoposti a questo tipo di intervento. È emerso che il rischio di sviluppare il Parkinson era ridotto della metà nei soggetti sottoposti a vagotomia.

L'analisi del DNA nelle feci viene effettuata presso il CNR a Segrate (MI). Nell'intestino esistono diverse popolazioni batteriche e normalmente nessuna dovrebbe prevalere. Invece, sembra che prevalga una popolazione che promuove uno stato infiammatorio nel Parkinson. Questo è di grande interesse, perché vi sono chiare evidenze che la progressione della malattia di Parkinson avviene a causa di uno stato di neuroinfiammazione nel tessuto cerebrale, per cui il microglia, costituito da una serie di cellule che dovrebbero sostenere i neuroni, invece li danneggiano.

Il principio che sostanze, come le proteine, possono essere trasportate lungo i nervi è stato già dimostrato nell'animale da esperimento. Inoltre, è stata avanzata la stessa ipotesi per un’altra malattia neurodegenerativa - la malattia di Alzheimer. Infine, pare che il fumo, che notoriamente riduce il rischio sia di malattia di Parkinson che di malattia di Alzheimer, influenzi la flora batterica intestinale.