Primi risultati sul microbiota nel parkinsonismo atipico
Alterazioni simili, ma non uguali, al Parkinson
Finora sono stati pubblicati molti dati che indicano che il microbiota (la popolazione di microorganismi che normalmente vive nel corpo umano) è alterato nella malattia di Parkinson e potrebbe rivestire un ruolo importante nello sviluppo della malattia.
Ora sono stati pubblicati i risultati dello studio sponsorizzato dalla Fondazione Grigioni, che, per la prima volta, ha incluso risultati sulla flora intestinale (la principale componente del microbiota) non solo di pazienti con malattia di Parkinson (n=193, 39 dei quali in fase iniziale), ma anche con parkinsonismo atipico ovvero Paralisi Supranucleare Progressiva (PSP n=22), Atrofia Multisistemica (MSA n=22), oltre che in volontari sani (n=113).
Molte differenze apparenti inizialmente sono scomparse quando l’analisi ha tenuto presente una serie di fattori confondenti, primo tra i quali l’alimentazione. E’ emerso che l’unica differenza tra i parkinsoniani in fase iniziale ed i volontari sani era una riduzione delle Lachnospiraceae, differenza presente in tutti i malati di Parkinson indipendentemente dalla durata. Nelle fasi più avanzate aumentano le Lactobacillaceae e Christensenellaceae; l’aumento era correlato ad aumento della frequenza di compromissione delle funzioni cognitive (mentali), problemi con il cammino, ed instabilità posturale. I pazienti con parkinsonismo atipico presentavano una flora intestinale simile a quella dei malati di Parkinson, con qualche differenza: nei pazienti con MSA non era presente la riduzione delle Lachnospiraeae; in compenso erano ridotte le Prevotellaceae; nei malati di PSP la riduzione delle Lactobacillaceae era sovrapponibile, ma vi era anche una riduzione delle Streptococcaceae.
Ora ci si ripropone di valutare l’effetto delle alterazioni della flora intestinale sulla progressione della malattia nei pazienti affetti da malattia di Parkinson di nuova diagnosi.
Barichella et al Mov Disord online 21 dicembre 2018