Rafforzata la teoria del microbiota come causa della malattia di Parkinson
Microbiota di parkinsoniani peggiora deficit motori nel topo
Ricercatori americani hanno usato un modello animale della malattia di Parkinson per studiare gli effetti del microbiota sulla patologia: il topo geneticamente modificato in modo da produrre eccessivamente la proteina alfa-sinucleina che si accumula nei neuroni malati di Parkinson, una condizione che aumenta il rischio di sviluppare la malattia anche nella specie umana. Questi topi geneticamente modificati sviluppano deficit motori e riduzione della peristalsi gastrointestinale associata a stipsi.
I ricercatori hanno suddiviso i topi in due gruppi:
- un gruppo con flora batterica intestinale ovvero con il proprio microbiota;
- topi fatti nascere con parto cesareo e poi mantenuti in ambiente sterile in modo che non avessero un proprio microbiota.
Hanno osservato che, rispetto ai topi senza microbiota, quelli con microbiota presentavano:
- peggioramento della funzione motoria e comparsa di stipsi molto più rapidi;
- aggregazioni di alfa-sinucleina in varie parti del sistema nervoso centrale, specie nella sostanza nera, molto più numerose;
- maggiori segni di attivazione del sistema immunitario nel cervello (la microglia) e livelli più elevati di citokine infiammatorie nel sistema nervoso centrale. La somministrazione di particolari metaboliti prodotti dal microbiota (SCFA) per via orale determinava lo sviluppo di deficit motori nei topi senza microbiota, mentre questo non avveniva con la somministrazione orale di batteri uccisi con il calore. Inoltre, l’effetto dei SCFA poteva essere neutralizzato dalla somministrazione di un anti-infiammatorio (minociclina)
In una seconda fase i ricercatori hanno raccolto campioni di feci da 6 pazienti parkinsoniani con malattia di nuova insorgenza, mai trattati farmacologicamente e 6 controlli sani. Tutti i soggetti dovevano avere reperti istologici intestinali normali. Le feci sono state trapiantate nell’intestino sia di topi geneticamente modificati che di topi normali.
I topi geneticamente modificati che hanno ricevuto il trapianto fecale da pazienti parkinsoniani hanno sviluppato deficit motori significativamente più gravi di quelli che hanno ricevuto il trapianto fecale da controlli sani.
Nei topi geneticamente normali il trapianto fecale non ha determinato peggioramento della funzione motoria, indipendentemente dal donatore.
Questi risultati suggeriscono che alterazioni del microbiota costituiscono un fattore di rischio per malattia di Parkinson nella specie umana e che determinino lo sviluppo della malattia in soggetti geneticamente predisposti ad essa.
Fonte: Sampson et al Cell 2016; 167: 1469-80