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I nuovi farmaci per la malattia di Parkinson
La ricerca sulla malattia di Parkinson è vivace ed in continua evoluzione, una buona fonte di informazione per sapere se ci sono nuovi studi farmacologici.
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Probiotici, esercizio fisico e malattie neurodegenerative
È ormai certo come la disbiosi intestinale, intesa come una condizione di squilibrio nella composizione e nella funzione del microbiota, sia coinvolta, tramite l’asse “intestino-cervello”.
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È possibile assumere integratori a base di proteine del siero del latte nei pazienti con malattia di Parkinson senza interferire con l’efficacia terapeutica della levodopa?
L’obiettivo principale di questo studio è stato valutare l’efficacia della levodopa, farmaco utilizzato nel trattamento della malattia di Parkinson, in concomitanza all’assunzione di integratori a base di proteine del siero del latte.
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Effetti dell' esercizio fisico sulla funzione cognitiva nella malattia di Parkinson
Obiettivo di questa ricerca è stato quello di valutare se l’attività fisica possa migliorare la funzione cognitiva dei pazienti affetti da malattia di Parkinson.
Gli interventi di esercizio fisico condotti su un numero totale di 761 pazienti hanno portato a miglioramenti significativi nell’efficienza cognitiva globale, intesa come l'insieme delle capacità che ci permettono di percepire il mondo intorno a noi e di relazionarci con gli altri e, in misura minore, in quella esecutiva, ovvero la capacità di trovare soluzioni a situazioni nuove.
L'effetto benefico sulla cognizione globale è stato osservato nei programmi di esercizi combinati, mentre non sono stati osservati effetti positivi significativi nei programmi di esercizi esclusivamente aerobici, di forza, e in quelli di flessibilità.
Interventi di esercizio di intensità da leggera a moderata con una durata di almeno 60 minuti sono risultati benefici.
Non sono invece stati evidenziati miglioramenti significativi sull'attenzione, sul linguaggio e sulla memoria.
In conclusione, l’attività fisica può essere raccomandata come possibilità terapeutica non farmacologica per migliorare la funzione cognitiva dei pazienti affetti da malattia di Parkinson.
CONSIGLI:
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) definisce l’attività fisica come “qualunque sforzo esercitato dal sistema muscolo-scheletrico che si traduce in un consumo di energia superiore a quello in condizioni di riposo”. Nella definizione rientrano quindi non solo lo sport ma tutti i movimenti della vita quotidiana(camminare, andare in bicicletta, ballare, giocare, fare lavori domestici e giardinaggio).
Nel 2010 l'OMS ha indicato la quantità minima di attività fisica a seconda delle fasce di età:
• bambini e ragazzi (5 - 17 anni): almeno 60 minuti al giorno di attività moderata - vigorosa, includendo almeno 3 volte alla settimana esercizi per la forza che possono consistere in giochi di movimento o attività sportive
• adulti (18 - 64 anni): almeno 150 minuti alla settimana di attività moderata o 75 di attività vigorosa, con esercizi di rafforzamento dei maggiori gruppi muscolari da svolgere almeno 2 volte/ settimana
• anziani (dai 65 anni in poi): le indicazioni sono le stesse degli adulti, con l'avvertenza di svolgere anche attività orientate all'equilibrio per prevenire le cadute. Chi fosse impossibilitato a seguire in pieno le raccomandazioni, dovrebbe fare attività fisica almeno 3 volte alla settimana e adottare uno stile di vita attivo adeguato alle proprie condizioni.
A cura di Serena Caronni, Biologa Nutrizionista e Michela Barichella, Medico Dietologo
FONTE: Kim R, Lee TL, Lee H, et al. Effects of physical exercise interventions on cognitive function in Parkinson's disease: An updated systematic review and meta-analysis of randomized controlled trial. Parkinsonism Relat Disord. 2023;117:105908.
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Quando e perché si possono combinare la stimolazione cerebrale profonda e le terapie infusionali
La stimolazione cerebrale profonda (DBS) e le terapie con infusione sottocutanea di apomorfina e infusione intraduodenale di levodopa
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I risultati del 2023
Il 2023 è terminato ed è il momento di dare uno sguardo a quanto abbiamo fatto insieme.
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Un numero crescente di studi clinici suggerisce che i fattori ambientali possano avere un ruolo nella patogenesi della malattia di Parkinson.
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Emoglobina glicata, malattia dei piccoli vasi cerebrali e malattia di Parkinson
La correlazione tra diabete mellito e malattia di Parkinson ha ricevuto sempre più attenzione.
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Il trapianto di microbiota fecale: un potenziale nuovo trattamento per la malattia di Parkinson ?
È ormai noto come i sintomi gastrointestinali, tra i quali la stipsi, si verifichino nell'80% dei pazienti con malattia di Parkinson e che possano precedere la comparsa dei sintomi motori (tremore, bradicinesia, rigidità muscolare, ecc.) di oltre 20 anni.
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Stimolazione ritmica uditiva: un potenziale neuromodulatore per la malattia di Parkinson?
Gli interventi terapeutici basati sul ritmo, come la stimolazione ritmica uditiva si stanno dimostrando efficaci nel migliorare il cammino e l’equilibrio, e dunque prevenire le cadute, nella malattia di Parkinson.
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Associazione tra indice infiammatorio della dieta e malattia di Parkinson
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l'associazione tra la malattia di Parkinson e i punteggi dell'indice infiammatorio dietetico (DII), in soggetti di età superiore ai 40 anni, negli Stati Uniti.
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Associazione tra cambiamento precoce di peso e declino cognitivo nei pazienti con malattia di Parkinson
Lo scopo di questo studio osservazionale era quello di verificare se variazioni di peso precoci potessero influire negativamente sul declino cognitivo nei pazienti affetti da malattia di Parkinson.
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Spessore retinico: un potenziale biomarcatore per il Parkinson?
Sappiamo che un biomarcatore è una misura biologica che può essere messa in relazione con l'insorgenza e la progressione di una malattia.
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Attività fisica regolare e modifiche dei biomarcatori nei pazienti con Parkinson iniziale
Un articolo appena pubblicato sulla rivista Parkinsonism and Related Disorders ci consente di ricordare l'importanza di praticare una regolare attività fisica per i pazienti con malattia di Parkinson.
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Relazione tra insulino-resistenza e e malattia di Parkinson
L’insulina è un ormone prodotto dalle cellule del nostro pancreas, che controlla il metabolismo glucidico, lipidico e proteico.
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Limitare o non limitare? Considerazioni pratiche per ottimizzare le interazioni delle proteine alimentari sull'assorbimento della levodopa nella malattia di Parkinson
La somministrazione di levodopa rimane da oltre 50 anni la terapia più efficace per il trattamento della malattia di Parkinson.
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Un nuovo farmaco agonista del recettore Nurr1 e il suo effetto neuroprotettivo nel modello animale di Parkinson
Sappiamo che la Ricerca si sta concentrando sull'identificazione di nuovi farmaci che possano avere anche un effetto sulla progressione della malattia di Parkinson, rallentandola o bloccandola, un effetto neuroprotettivo o, in inglese, "disease-modifying".
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Il ruolo della nutrizione nella Malattia di Parkinson
La Malattia di Parkinson è la seconda malattia neurodegenerativa più diffusa dopo la Malattia di Alzheimer.
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