Spessore retinico: un potenziale biomarcatore per il Parkinson?
Sappiamo che un biomarcatore è una misura biologica che può essere messa in relazione con l'insorgenza e la progressione di una malattia.
Sulla rivista Neurology è stato da poco pubblicato uno studio molto interessante su un possibile nuovo biomarcatore della malattia di Parkinson, cioè l'anatomia interna della retina misurata utilizzando la tomografia ottica computerizzata (OTC), un esame molto utilizzato dagli oftalmologi. Nel complesso, questo studio ha analizzato due grandi coorti (una coorte è un insieme di individui) per valutare la relazione tra morfologia della retina e presentazione clinica del Parkinson.
In estrema sintesi, i risultati mostrano che i pazienti con Parkinson hanno uno spessore ridotto dello strato nucleare interno e dello strato plessiforme delle cellule ganglionari interne della retina, caratteristica evidenziata anche nei pazienti che hanno avuto una diagnosi di Parkinson successiva allo studio retinico. Il coinvolgimento della retina alcuni anni prima della presentazione clinica dei sintomi motori dunque potrebbe avere un ruolo nell' individuare i pazienti a rischio di sviluppare il Parkinson, anche se questi risultati devono essere considerati con cautela perchè le differenze dello spessore della retina tra pazienti che sviluppavano la malattia e quelli che non la sviluppavano erano molto piccole.
Lo studio comunque conferma che il Parkinson è una malattia multisistemica e che la retina, organo facilmente accessibile, potrebbe avere in futuro un ruolo diagnostico e prognostico.
Fonte: Wagner SK, et al. . Retinal Optical Coherence Tomography Features Associated With Incident and Prevalent Parkinson Disease. Neurology. 2023 Aug 21:10.1212/WNL.0000000000207727. doi: 10.1212/WNL.0000000000207727. Epub ahead of print. PMID: 37604659.