Associazione tra indice infiammatorio della dieta e malattia di Parkinson
Lo scopo dello studio è stato quello di valutare l'associazione tra la malattia di Parkinson e i punteggi dell'indice infiammatorio dietetico (DII), in soggetti di età superiore ai 40 anni, negli Stati Uniti.
L'Indice Infiammatorio della Dieta (DII) è un parametro riconosciuto a livello internazionale per definire in che misura uno schema alimentare sia in grado di promuovere la sintesi di molecole pro-infiammatorie(come proteina C reattiva, interleuchine e TNF-alfa); maggiore è il DII, più la dieta sarà di tipo pro-infiammatorio. Il DII è stato calcolato per diversi alimenti, in base alle variazioni della proteina C reattiva che l’alimento stesso determina (la proteina C reattiva è un parametro molto utilizzato negli esami ematici per evidenziare la presenza di infiammazione).
Sulla base del DII, i cibi vengono suddivisi in 3 categorie: pro-infiammatori, antinfiammatori o neutri. Attualmente questo indicatore viene utilizzato soprattutto negli studi scientifici, ma non è escluso che in futuro questa classificazione possa avere un maggiore utilizzo anche in clinica, in virtù dell’eccessivo aumento delle patologie legate all’infiammazione cronica.
I dati di questo studio sono stati estratti dal National Health and Nutrition Examination Survey condotto tra il 2003 e il 2018; nello studio sono stati inclusi un totale di 21994 partecipanti (263 pazienti con Parkinson e 21731 partecipanti senza Parkinson).
I risultati hanno mostrato che è presente una differenza significativa tra il DII dei pazienti Parkinson e quello dei soggetti sani. Nello specifico i pazienti mostrano un DII più alto, con una correlazione tra un DII peggiore (più elevato) e l’insorgenza della malattia di Parkinson.
Il dato ottenuto non desta stupore, in quanto, come riportato da molti studi, la neurodegenerazione della patologia è strettamente caratterizzata da infiammazione e stress ossidativo.
CONSIGLIO NUTRIZIONALE:
È importante, per i pazienti, ma anche per la popolazione generale, cercare di seguire una dieta con DII basso, cioè di tipo quanto più possibile anti-infiammatorio, riducendo grassi saturi (in particolare di derivazione animale, come carne e salume), e aumentando il consumo di alimenti ricchi di grassi polinsaturi (es. olio extravergine di oliva e frutta secca) e in sostanze antiossidanti (es. frutta e verdura).
Il ruolo del nutrizionista deve quindi essere anche quello di valutare la qualità della dieta del paziente, in modo da impostare uno schema che permetta l’introduzione abituale e quotidiana di alimenti pro-infiammatori.
A cura delle dott.sse Valentina Ferri Medico Dietologo e Michela Barichella, Medico Dietologo
Fonte: Zeng Z, et al. Association between dietary inflammatory index and Parkinson's disease from National Health and Nutrition Examination Survey (2003-2018): a cross-sectional study. Front Neurosci. 2023 Jul 20;17:1203979. doi: 10.3389/fnins.2023.1203979. PMID: 37547135; PMCID: PMC10398569.