Inquinamento dell'aria e malattia di Parkinson
Un numero crescente di studi clinici suggerisce che i fattori ambientali possano avere un ruolo nella patogenesi della malattia di Parkinson.
Tra i fattori ambientali possiamo includere pesticidi, erbicidi, idrocarburi, e solventi come il tricloroetilene, comune nel suolo e acque sotterranee inquinate. Recentissima è la prova epidemiologica che l’esposizione al tricloroetilene aumenta il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson, argomento del quale la Fondazione Grigioni e il gruppo del professor Pezzoli si sono occupati fin dagli anni ottanta.
Uno studio appena pubblicato sulla rivista statunitense Neurology ha studiato la relazione geografica tra Parkinson e inquinamento dell'aria, in particolare l'inquinamento da PM2,5.
Il termine PM 2,5 identifica le particelle di diametro aerodinamico inferiore o uguale ai 2,5 µm, è detto anche ‘particolato fine’. Sorgenti del particolato fine sono tutti i tipi di combustione, inclusi quelli dei motori di auto e moto, degli impianti per la produzione di energia, della legna per il riscaldamento domestico, degli incendi boschivi e di molti altri processi industriali.
Lo studio di Neurology è uno studio di popolazione basato sui dati degli iscritti a Medicare, il programma di assicurazione sanitaria americano, che ha utilizzato tecniche di analisi geografica all'avanguardia. I risultati, molto complessi, in sintesi mostrano che tra i 21.639.190 beneficiari di Medicare, 89.390 hanno avuto una diagnosi di Parkinson nel 2009, e che è stata riscontrata un'associazione tra PM2,5 medio annuo e rischio di Parkinson. Sono state anche identificate una regione a maggior rischio di Parkinson (la valle del fiume Mississippi-Ohio) e una a basso rischio (Montagne Rocciose).
Lo studio, seppur presenti molti limiti, uno dei quali è che l'associazione tra PM2.5 e Parkinson potrebbe derivare anche da un'esposizione ambientale correlata, per esempio proprio a pesticidi e tricloroetilene, pone nuovamente l'attenzione su fattori di rischio di Parkinson che sono potenzialmente modificabili, a differenza dei fattori di rischio quali l’età, il sesso maschile e le varianti genetiche sfavorevoli.
Fonti:
Goldman SM, et al. Risk of Parkinson Disease Among Service Members at Marine Corps Base Camp Lejeune. JAMA Neurol. 2023 Jul 1;80(7):673-681
Pezzoli et al. Parkinsonism due to n-hexane exposure. Lancet. 1989 Oct 7;2 (8667):874
Krzyzanowski B, et al. Fine Particulate Matter and Parkinson Disease Risk Among Medicare Beneficiaries. Neurology. 2023 Oct 30:10.1212/WNL.0000000000207871.