Il consumo di caffè riduce l’incidenza della Malattia di Parkinson?
La Malattia di Parkinson è la seconda patologia neurodegenerativa più comune dopo la malattia di Alzheimer; circa 1 persona su 100 ne soffre entro i 60 anni di età.
Ad oggi non esiste ancora una cura che porta alla guarigione totale, ma esistono diversi trattamenti farmacologici che possono alleviare i sintomi e migliorare la qualità di vita. In ambito di ricerca scientifica, viene posta maggiore attenzione allo studio di misure preventive con l’obiettivo di ritardare l’insorgenza di questa patologia. In questo studio è stato dimostrato come il consumo di caffeina possa ritardare l’insorgenza della malattia di Parkinson in modo dose-dipendente. La caffeina è lo stimolante più consumato al mondo con diversi effetti tra cui insonnia, riduzione dell’affaticamento, effetti sulla pressione sanguigna e in ambito di malattie neurodegenerative, attraverso un meccanismo complesso, sembrerebbe aver capacità neuroprotettive.
Le prove suggeriscono che tale effetto è maggiore negli uomini rispetto alle donne e non ha un beneficio nelle donne sottoposte a terapia ormonale sostitutiva. Sebbene ci sia una forte correlazione con conseguenze negative tra eccessivo consumo di caffeina e malattie cardiovascolari, nella malattia Parkinson, invece, potrebbe avere effetto benefico in individui con una predisposizione genetica ad un esordio precoce.
Sono necessari ulteriori studi per approfondire e confermare tale effetto.
Commento nutrizionale:
In Italia, ogni giorno si consumano 9,3 milioni di caffè e la metà degli italiani beve regolarmente almeno una tazzina di caffè al giorno. Senza aggiunta di zucchero o latte, le calorie di una tazzina di caffè sono veramente minime.
La caffeina è anche presente nel tè, nella coca-cola, nelle bevande energetiche e nelle barrette di cioccolato.
L’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) ha pubblicato un parere scientifico sulla sicurezza della caffeina e sulla base dei dati disponibili, l’assunzione di caffeina fino a 400 mg al giorno (circa 4 caffè), consumata nel corso della giornata, non pone problemi di sicurezza per gli adulti sani della popolazione in genere, fatta eccezione per le donne in gravidanza. Dosi singole di 100 mg di caffeina (circa 1 caffè) possono influire sulla durata e sulla qualità del sonno in alcuni adulti, soprattutto se consumate poco prima di andare a dormire.
A cura di: Dott.ssa Maria Carmela Macchione - Biologa Nutrizionista e Dott.ssa Michela Barichella - Medico Dietologo
FONTE: Tsz Ki Ko. Does Drinking Coffee Reduce the Incidence of Parkinson’s Disease?2023 Jan 27.