Esame del sangue per diagnosticare il Parkinson?
Misurazione dei livelli di caffeina e dei suoi metaboliti
Ricercatori giapponesi hanno misurato i livelli di caffeina e dei suoi metaboliti in 108 pazienti con una diagnosi di malattia di Parkinson e 31 controlli senza la malattia. L’età media dei gruppi era rispettivamente di 67 e 63 anni, la percentuale di maschi era rispettivamente del 54 e del 42%. I pazienti parkinsoniani avevano una storia media di malattia di 6,5 anni ed erano mediamente nello stadio Hoehn & Yahr 2, con un punteggio motorio UPDRS medio di 13,5. Non vi erano differenze tra i due gruppi per quanto concerne variazioni genetiche di CYP1A2 e CYP2E1, i geni responsabili per la sintesi dei principali enzimi coinvolti nel metabolismo della caffeina.
E’ emerso che i livelli minimi medi di caffeina erano significativamente inferiori nei pazienti parkinsoniani rispetto ai controlli (23.5 vs 79.1 pmol/m p<0.001) e così pure quelli di tutti i suoi 11 metaboliti tranne uno. Il fenomeno era particolarmente pronunciato nei pazienti con complicazioni motorie. La misurazione dei livelli di caffeina + quelli di tutti i suoi metaboliti ha permesso di distinguere i pazienti parkinsoniani dai controlli sani senza la malattia in maniera affidabile. Tali livelli non erano correlati né alla gravità di malattia né alla terapia anti-parkinson espressa dosi equivalenti di levodopa.
E’ possibile che la caffeina venga assorbita di meno dai pazienti parkinsoniani: E’ noto che essi presentano problemi intestinali, quali la stipsi, nonché alterazioni della flora batterica intestinale. Questa teoria è in linea con altri dati sulla caffeina che documentano che è in grado di offrire protezione contro neurotossine che inducono lesioni simil-parkinsoniane (MPTP) e che il consumo di caffè riduce il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson.
Questi risultati dovranno essere confermati da altri gruppi di ricerca in popolazioni di pazienti più ampie che comprendano anche casi più gravi ,prima che il parametro della caffeina e dei suoi metaboliti possa essere accettato a scopo diagnostico in clinica.
Fonte: Fujimaki M et al Neurology online 3 gennaio 2018