Fumo, alcol e caffè nella malattia di Parkinson
Studi pubblicati in passato hanno dimostrato che alcune abitudini di vita (fumo di sigaretta, consumo di alcol, caffè) sono meno frequenti nei pazienti parkinsoniani
In statistica una associazione inversa o negativa si presenta quando alla variazione di un elemento corrisponde, in senso contrario, quella dell'altro. L’obiettivo di questo studio, al quale ha partecipato anche la Fondazione Grigioni, è stato di esaminare l’associazione di queste abitudini di vita con lo sviluppo del Parkinson utilizzando una metodologia statistica particolare (la randomizzazione mendeliana a due campioni e il potenziale di bias di sopravvivenza e incidenza-prevalenza).
Lo studio ha voluto stimare l'associazione di polimorfismi genetici del Parkinson con abitudini di vita utilizzando i dati di una casistica di 7.369 pazienti e 7.018 controlli.
In sintesi, è stata trovata una associazione inversa significativa tra l'inizio dell'abitudine al fumo e lo sviluppo di Parkinson, mentre non sono state osservate associazioni significative per il consumo di alcol e di caffè. In altre parole, i risultati sono a favore di un'associazione inversa tra fumo e Parkinson che non è spiegata da fattori statistici confondenti (causalità inversa e bias di sopravvivenza o incidenza-prevalenza) mentre non si posson trarre conclusioni sull'associazione del consumo di alcol e caffè con il Parkinson.
Questo risultato sul fumo deve essere interpretato con grande cautela: ricordiamo con fermezza che alcol, obesità e fumo rappresentano alcune tra le principali cause prevenibili di malattia e mortalità e ogni anno più di settantamila morti sono attribuibili al fumo di tabacco solo in Italia. Certamente studi di questo tipo, ai quali la Fondazione contribuisce, servono per fare sempre più chiarezza sull'eziologia, cioè sulle cause, della malattia di Parkinson.