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Pesce, frutta, verdura e legumi
Ricercatori Giapponesi hanno esaminato le abitudini alimentari di 249 pazienti con una diagnosi di malattia di Parkinson effettuata secondo i criteri della UK PD Brain Bank e di 368 controlli sani senza malattie neurodegenrative tramite un questionario validato relativo all'ultimo mese. Hanno suddiviso i soggetti in tre gruppi a seconda degli alimenti principali consumati in tre tipi di dieta: "sana" caratterizzata da un elevato consumo di pesce, verdura, frutta, legumi, alghe e funghi, una dieta "Occidentale" e "Leggera".
Hanno rilevato che il rischio di malattia di Parkinson era ridotto del 46% nei soggetti con abitudini alimentari sane.
Quattro anni fa ricercatori italiani avevano rilevato una riduzione del rischio di malattia di Parkinson e di Alzheimer del 13% nei soggetti che seguivano una dieta mediterranea a base di pesce, frutta, verdura, legumi, cereali, con consumo moderato di vino rosso (vedere intervista "Ricerca italiana mette in evidenza i benefici della dieta mediterranea )"
Fonte: Okubo e coll Europ J Neurol online 5 December 2011
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Forum Parkinson sul Corriere.it
Il Corriere della Sera apre il forum dedicato al Parkinson, a cura del Prof. Pezzoli e dei suoi collaboratori. Uno strumento utile a tutti i parkinsoniani che desiderano porre una domanda al direttore di uno dei più grandi Centri Parkinson europei.
Clicca questo Link al Forum Parkinson sul Corriere
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Identificato nuovo bersaglio per terapie anti-Parkinson
E' noto da tempo che la perdita delle cellule nervose dopaminergiche nella sostanza nera determina squilibri nei circuiti nervosi dello striato che sono responsabili per molti sintomi parkinsoniani. Ricercatori americani hanno scoperto una proteina, il regolatore della proteina G che lancia il segnale 4 (RGS4), coinvolta nella induzione di questi squilibri. Hanno condotto esperimenti in topi con e senza il gene per la produzione della proteina, tutti resi parkinsoniani tramite l'iniezione di una tossina che uccide le cellule nervose dopaminergiche. Hanno osservato che i topi senza il gene (e quindi senza la proteina) presentano una compromissione della funzione motoria molto minore.
I ricercatori si sono ora posti come obiettivo la messa a punto di composti che inibiscano RGS4, nella speranza di poter sviluppare terapie innovative per il controllo della sintomatologia parkinsoniana.
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Chi costruisce alfa-sinucleina lentamente potrebbe ammalarsi di Parkinson
L'ipotesi di un Dipartimento di Astronomia negli USA
Ricercatori che lavorano presso un Dipartimento di Astronomia nel Michigan (USA) hanno condotto studi sulla velocità di costruzione delle proteine, tra cui la alfa-sinucleina, che si accumula in agglomerati detti corpi di Lewy nella malattia di Parkinson.
Le proteine vengono inizialmente formate come lunghe catene di aminoacidi e poi la cellula passa a ripiegare la catena in modo particolare, in modo che essa si aggroviglia assumendo una forma tridimensionale. Hanno dimostrato che tanto più tempo la cellula impiega a ripiegare la proteina, tanto maggiore è la sua tendenza a formare agglomerati.
E’ possibile che sostanze che accelerano il ripiegamento possa prevenire la malattia di Parkinson o bloccarla nelle prime fasi. Hanno già identificato delle sostanze naturali promettenti, tra cui si annoverano la curcumina ed il resveratrolo; quest’ultimo si trova nel vino rosso.
Fonte: Ahmad e coll PNAS Early Edition
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Due terzi dei pazienti parkinsoniani lamentano dolore
la metà dei pazienti con dolore non assume analgesici
Ricercatori olandesi hanno effettuato una recensione della letteratura per verificare quanti pazienti affetti da malattia di Parkinson avevano riferito dolore. Nei pochi studi utili allo scopo (ne hanno trovato solo 8) da 40 a 85% dei dei pazienti avevano riferito dolore (in media 67.6%). Il dolore era riferito spesso alle gambe e quasi la metà dei pazienti lamentava dolore muscolo-scheletrico (46.4%), con fluttuazioni nei periodi in ON ed in OFF. Tuttavia solo poco più della metà dei pazienti (52.4%) assumeva analgesici, generalmente non oppiacei.
Gli autori concludono che i medici devono dedicare più tempo alla gestione del dolore nel paziente parkinsoniano per migliorarne la qualità di vita
Fonte: Broen MPG et al Movement Disorders online
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Avviato lo sviluppo della levodopa per via inalatoria
Completato un primo studio nell'uomo.
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Fattori predittivi della sopravvivenza nei pazienti parkinsoniani
vivono di più le donne, vive di meno chi ha demenza, sospetti sulle zone industrializzate
E' stata svolta una indagine retrospettiva in 138.000 pazienti parkinsoniani seguiti per 6 anni dal 2002 al 2008 negli Stati Uniti con lo scopo di identificare i fattori correlati alla mortalità.
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Ricercatori italiani brevettano in USA il pacemaker cerebrale che si adatta al paziente: una nuova filosofia della DBS
Intervista al Professor Alberto Priori,
Docente di Neurologia dell’Università degli Studi di Milano e
Direttore del Centro di Neurotecnologie, Neurostimolazione e Disordini del Movimento della Fondazione IRCCS Cà Granda Policlinico di Milano
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Risonanza magnetica evidenzia il decadimento cognitivo nel Parkinson
L'atrofia dell'ippocampo è un segno iniziale
Ricercatori americani hanno esaminato le neuroimmagini del cervello di 84 pazienti e 23 controlli sani ottenute tramite risonanza magnetica. 61 pazienti avevano funzioni mentali intatte, 12 un modesto decadimento mentale e 11 erano dementi.
Hanno rilevato che nei pazienti con decadimento mentale modesto vi era atrofia dell'ippocampo, una struttura cerebrale importante per la memoria, mentre i pazienti dementi vi era atrofia non solo dell'ippocampo, ma anche del lobo temporale. Nei pazienti con decadimento modesto il volume dell'ippocampo era inversamente proporzionale ai risultati di test di memoria. Il tipo di atrofia cerebrale di chi aveva un decadimento mentale modesto somigliava a quello dei pazienti dementi, che presentavano alterazioni estese del tessuto cerebrale. Queste lesioni coinvolgevano sia la sostanza grigia che la sostanza bianca a livello prefrontale, occipitale e parietale.
Gli autori concludono che l'atrofia dell'ippocampo è un segno iniziale di decadimento mentale.
Fonte: Weintraub D e coll Arch neurol 2011; 68: 1562-1568
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Difficile reperire il Madopar in farmacia?
Roche rassicura per il prossimo futuro
Sono giunte all'AIP parecchie segnalazioni di difficoltà nell'approvvigionamento di Madopar, prodotto dalla Roche. Abbiamo interpellato l'azienda, che ha confermato che ci sono stati ritardi nella produzione di Madopar 200 mg levodopa + 50 mg benserazide. Ci ha comunque rassicurato, affermando che la produzione è ripresa regolarmente e che stanno distribuendo il prodotto ai grossisti. Pertanto la situazione nelle farmacie dovrebbe normalizzarsi in breve tempo.
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Esame del sangue per diagnosticare la malattia di Parkinson?
Risultati preliminari promettenti in Gran Bretagna
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AIP insignita dell'Ambrogino D'Oro
L'alta onorificenza di Milano alla nostra Associazione
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Rasagilina dopo il giudizio di FDA
Ne parla Gianni Pezzoli, Direttore del Centro Parkinson presso gli Istituti Clinici di Perfezionamento a Milano
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Idrocarburi solventi aumentano il rischio di malattia di Parkinson
confermato studio di 11 anni fa sponsorizzato dalla Fondazione
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Creazione artistica e Parkinson
La terapia dopaminergica favorisce la creatività
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Incontro con ISS sullo studio con le staminali
Richiesto studio di approfondimento nel ratto
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Istradefillina non raggiunge le aspettative
Il farmaco migliora il punteggio motorio UPDRS, ma non riduce il tempo in OFF
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Differenze tra Parkinson tremorigeno e Parkinson rigido-acinetico
Confronto tra neuroimmagini SPECT dei nuclei della base del cervello
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