Incontro con ISS sullo studio con le staminali
Richiesto studio di approfondimento nel ratto
In data 2 novembre u.s. ha avuto luogo un ulteriore incontro con rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) riguardo alla richiesta di autorizzazione alla sperimentazione di cellule staminali mesenchimali autologhe (del paziente stesso) in una forma grave di parkinsonismo, la Paralisi Supranucleare Progressiva (PSP).
La sperimentazione prevede il prelievo di un campione di midollo osseo dell’anca, l’isolamento delle cellule staminali mesenchimali (MSC) ivi contenute e la loro espansione, in modo che quantità sufficienti possano essere reinfuse nelle arterie che irrorano le parti malate del cervello tramite un catetere. Le MSC sono in grado di produrre quantità importanti di fattori di crescita. Si spera che esse possano passare dal sangue nel tessuto cerebrale malato e sostenere i neuroni malati tramite la produzione di fattori di crescita.
La responsabile della Cell Factory (“Fabbrica delle Cellule”) Franco Calori della Fondazione IRCCS Policlinico di Milano, alla quale si appoggia il centro Parkinson per la sperimentazione, ha presentato i risultati delle prove di laboratorio che dimostrano la sicurezza delle cellule staminali staminali mesenchimali (MSC) di pazienti affetti da PSP. Sono stati anche presentati i dati relativi alla produzione di fattori di crescita da parte delle MSC di pazienti affetti da PSP. È stato chiaramente documentato che producono quantità importanti del fattore di crescita BDNF. Questo depone a favore della loro efficacia.
I membri della commissione ISS hanno fatto presente che non si conosce quello che potrebbe succedere quando cellule del midollo osseo entrano nel tessuto cerebrale. Anche se le cellule appartengono al paziente stesso, non si può escludere che ci possano essere effetti inattesi. Per quanto motivo hanno richiesto uno studio in ratti portatori di lesioni simili a quelli che si osservano nel Parkinson indotti sperimentalmente. Si prevede che l’esecuzione dello studio nel ratto richieda qualche mese.