Il coenzima Q è un farmaco utile oppure no?
Negli ultimi anni si pone una grande attenzione a quelle molecole che possono rallentare la progressione della malattia di Parkinson. Il CoQ10 è una molecola promettente nel settore delle malattie neurodegenerative.
Il coenzima Q10 non è un farmaco, è considerato un integratore alimentare e come tale non è rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale. Per molti anni è stato studiato per il suo ruolo mitocondriale ma solo più recentemente per la sua attività antiossidante. E' l'unico antiossidante liposolubile sintetizzato dall'organismo umano. Il CoQ10 è utilizzato in diversi ambiti clinici, non solo neurologici. Tra questi, per esempio, sembra migliorare la contrattilità cardiaca e riduce le lesione aterosclerotiche.
Il razionale per l'utilizzo del CoQ10 nella malattia di Parkinson è l'ipotesi che uno dei maggiori fattori patogenetici della malattia risiede in un deficit della catena respiratoria mitocondriale (centro dove si produce l'energia per le cellule). Teoricamente il CoQ10 potrebbe avere un'effetto sia sintomatico che neuroprotettivo. Gli studi condotti fino ad oggi non permettono di stabilire, in modo conclusivo, l'effetto neuroprotettivo o sintomatico.
In persone sane la somministrazione orale di CoQ10 (100-300 mg/die) è in grado di migliorare sia la sensazione di fatica sia le prestazioni fisiche (valutate attraverso prove con carichi di lavoro in grado d'indurre fatica). In quest'ambito il CoQ10 potrebbe essere valutato anche nella malattia di Parkinson dove il sintomo fatica è spesso importante e a volte, nonostante un buon compenso motorio, invalidante.