Skip to main content

Il gioco d’azzardo è un effetto collaterale della terapia dopaminergica?

Una segnalazione del Centro di Ricerca sulla malattia di Parkinson Muhammad Alì

I ricercatori del Centro di Ricerca sulla malattia di Parkinson fondato dal pugile Muhammad Alì (Cassius Clay) hanno riscontrato un livello patologico di gioco d’azzardo in 9 pazienti parkinsoniani su un campione di 1884 pazienti. I giocatori erano affetti da malattia di Parkinson da oltre 11 anni e tutti erano in trattamento con levodopa in associazione ad un dopamino agonista, che in 8 casi era il pramipexolo ed in un caso la pergolide. Sette di essi avevano iniziato a giocare d’azzardo entro un mese dall’incremento del dosaggio del dopamino agonista. Nessuno di loro aveva una storia precedente di gioco d’azzardo. Nel maggior parte dei casi il fenomeno si è risolto dopo un aggiustamento della terapia parkinsoniana; negli altri casi si è fatto ricorso ad una terapia psichiatrica. I ricercatori fanno presente che l’incidenza del fenomeno nei 529 pazienti in trattamento con pramipexolo era molto bassa (1.5%) e che la numerosità dei casinò nella zona può avere contribuito al comportamento dei pazienti. Tuttavia ritengono che vi possa essere il rischio di gioco d’azzardo nei pazienti che assumono dosi elevate di dopamino agonista e che hanno una storia di depressione o di ansia.

Source/Fonte: Driver-Dunckley et al Neurology 2003; 61: 422-423