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Rischio raddoppiato di morte tra i medici americani di sesso maschile affetti da malattia di Parkinson

Aumenta il rischio di morte da cause cardiovascolari, ma diminuisce quella da tumore

Ricercatori americani hanno calcolato il rischio di morte tra 560 medici americani di razza bianca che hanno sviluppato la malattia di Parkinson nel corso dello studio "Physicians' Health Study (Studio sulla salute dei Medici), in cui 22,071 medici sono stati osservati mediamente per un periodo di 5,8 anni, ed altri 560 medici partecipanti allo stesso studio, aventi pari età e con il medesimo punteggio di indice di Charlson, che esprime il numero e la gravità delle malattie concomitanti, pesati a seconda del loro contributo al rischio di morte.

È risultato che il rischio di morte per tutte le cause era raddoppiato tra i medici che avevano sviluppato la malattia di Parkinson (sono morti 200 medici affetti da malattia di Parkinson pari al 35,7%, rispetto a 130 pari al 23,2% tra i medici di controllo), ma che il rischio non era lo stesso per tutte le cause: era aumentato il rischio di morte da cause cardiovascolari, polmonari, cerebrovascolari e psichiatriche, ma era ridotto il rischio di morte da tumore maligno.

È possibile che l'aumento del rischio di morte per cause cardiovascolari fosse dovuto allo sviluppo di valvulopatie indotto da trattamento con dopamino agonisti ergolinici, come definitivamente dimostrato da uno studio sponsorizzato dalla Fondazione Grigioni (Zanettini et al, 2007).

Fonte: Driver JA et al Neurology 2008; 70: 1423-1430