Disfunzione gastrointestinale nel Parkinson
Da alcuni anni c'è un crescente interesse da parte dei neurologi sulla comprensione delle cause di disfunzione gastrointestinale nel Parkinson.
Le caratteristiche cliniche della disfunzione gastrointestinale sono state ben descritte e si è anche ipotizzato che il sistema gastrointestinale possa essere la "porta di ingresso" delle alterazioni patologiche del Parkinson (cioè l'accumulo anomalo della proteina alfa-sinucleina sotto forma di corpi di Lewy), che gradualmente ascendono attraverso il nervo vago al sistema nervoso centrale.
In altre parole, esiste una comunicazione bidirezionale tra il sistema nervoso enterico e il sistema nervoso centrale: l'asse microbiota-intestino-cervello può fornire una via per la trasmissione dell'alfa-sinucleina, che, diffondendo nel cervello, altera le funzioni dei neuroni dopaminergici e li fa degenerare.
Questa teoria, così come l'osservazione più recente dell'associazione tra Parkinson e disbiosi del microbiota intestinale (cioè l'alterazione nella composizione della flora batterica intestinale), indicano che il tratto gastrointestinale gioca un ruolo importante nella patogenesi della malattia e potrebbe potenzialmente influenzare la risposta ai farmaci antiparkinsoniani.
È per queste ragioni che il nostro gruppo da alcuni anni sta studiando il microbiota intestinale con interesse sempre maggiore.
Un articolo su questo argomento è apparso recentemente sulla rivista scientifica Drugs, facendo il punto sui sintomi gastrointestinali tipici del Parkinson.
Le principali manifestazioni cliniche della disfunzione gastrointestinale nel Parkinson sono i problemi dentali, l'eccesso di saliva (scialorrea), la difficoltà a deglutire (disfagia), la nausea e il vomito, la perdita di appetito e il decremento ponderale, la flatulenza, il gonfiore, e la stipsi.
I punti salienti emersi , in sintesi, sono tre:
- molti sintomi gastrointestinali possono comparire anni prima della comparsa dei sintomi motori;
- le alterazioni del tempo di transito intestinale e del microbioma, insieme a altri fattori come dieta e farmaci, hanno un impatto importante sulla risposta al trattamento dopaminergico;
- i sintomi gastrointestinali possono essere una conseguenza dei disturbi di motilità, delle infezioni del tratto gastrointestinali (quali l'infezione da Helicobacter Pylori) o degli effetti collaterali dei farmaci antiparkinsoniani stessi.
Questi sintomi possono avere un impatto negativo sulla qualità della vita dei pazienti, persino portare all'isolamento sociale e alla deflessione del tono dell'umore.
Per questo il neurologo deve cercare di diagnosticare e trattare questi sintomi, anche con il supporto del gastroenterologo, del dietologo e del nutrizionista.
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