La terapia chirurgica DBS (“Deep Brain Stimulation” = Stimolazione Cerebrale Profonda) è una terapia complessa che consiste nell'impianto di elettrodi che stimolano circuiti cerebrali, compensando squilibri dovuti alla carenza di neuroni dopaminergici nella malattia di Parkinson. Viene proposta ai malati in fase avanzata della malattia con discinesie e blocchi motori importanti, non più controllabili dalla terapia farmacologica.
La tecnica impiega uno o due elettrodi posizionati in specifiche aree del cervello, e di un apparecchio stimolatore impiantato sottocute a livello del torace. Richiede un intervento chirurgico molto delicato, della durata di svariate ore, durante il quale il paziente rimane sveglio e collabora con il neurochirurgo per trovare il punto di posizionamento maggiormente efficace.
L'intervento di DBS, per quanto sicuro, non è esente da rischi. Il primo rischio è che non sia efficace. Ci sono poi effetti collaterali, che non sono solo il sanguinamento e l'infezione, ma anche eventi legati al tragitto del catetere che collega il pacemaker agli elettrodi.
la DBS diminuisce i problemi motori del 70% circa: i farmaci possono essere ridotti, ma non completamente.
Le caratteristiche ideali dei pazienti candidati per la DBS sono: