Risponde il Prof. Gianni Pezzoli,
Direttore del Centro Parkinson ICP a Milano:
Nessuno di noi ha una esperienza
a lungo andare, nel senso che io sono il parkinsonologo più vecchio del Centro
Parkinson ICP ed ho trattato i primi pazienti con il primo dopamino agonista,
la bromocriptina, alla fine degli anni '70.
Dieci anni più tardi sono arrivati altri dopamino agonisti e sono circa
10 anni che li vediamo tutti insieme.
Quindi, non è una esperienza immensa, di 20-30 anni, e non sappiamo
esattamente quello che accadrà dopo decadi di uso. In linea di massima possiamo dire che noi
usiamo tutti i farmaci con grande prudenza, facendo molta attenzione alla
possibilità di effetti collaterali anche di tipo mentale, come le dispercezioni
(per es. c'è un cappotto appeso ed al paziente sembra di vedere una persona).Il fatto è che ora la malattia viene trattata
molto meglio, la durata di malattia si è allungata moltissimo, e si è notato
che gli effetti collaterali dipendono anche dalla età di malattia. Lo stesso farmaco può causare effetti
collaterali in un paziente affetto da malattia di Parkinson da 20 anni, che non
causa in un paziente nelle prime fasi della malattia; inoltre, gli effetti
collaterali spesso dipendono dalla dose e basta correggere lo schema
terapeutico perchè scompaiano. Ecco
perché la terapia farmacologica va adattata nei minimi particolari, con un
lavoro da certosino, al singolo paziente. Infine, bisogna tenere presente che gli effetti collaterali sono
reversibili, ovvero scompaiono non appena si decide di sospendere il
trattamento.
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La Fondazione Pezzoli
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