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Farmaci anti-diabete riducono il rischio di Parkinson?

Ricerca su più di 100.000 pazienti

Esistono diversi studi che mostrano che coloro che hanno il diabete di tipo II presentano un rischio aumentato di sviluppare la malattia di Parkinson (vedere notizie agosto 2018 e ottobre 2018)

Una Fondazione inglese “The Cure Parkinson’s Trust” ha esaminato i dati relativi a 100.288 pazienti affetti da diabete di tipo II (dati relativi agli anni 2006-2019), mettendo a confronto i pazienti trattati con uno delle seguenti classi di farmaci antidiabetici relativamente nuovi (inibitori DPP4, agonisti dei recettori GLP-1, glitazoni) con i pazienti trattati con farmaci antidiabetici tradizionali.

Hanno riscontrato 329 casi di pazienti affetti da diabete di tipo II che hanno ricevuto una diagnosi di malattia di Parkinson. La percentuale di pazienti che si sono ammalati era di 10/10.000 nel gruppo trattato con farmaci tradizionali, 8/10.000 nel gruppo trattato con glitazoni, 5/10.000 nel gruppo trattato con inibitori DPP4 e 4/10.000 nel gruppo trattato con agonisti GLP-1.

I ricercatori traggono la conclusione che il rischio può essere ridotto tramite trattamento con un inibitore DPP4 oppure un agonista GLP-1.

Ricordiamo che tra gli agonisti dei recettori GLP-1 si annovera exenatide, un farmaco con il quale sono già stati ottenuti dati preliminari positivi sulla funzionalità motoria (notizia agosto 2017) e con il quale è in corso uno studio per valutare se permette di rallentare la progressione della malattia di Parkinson.

Fonte: Brauer R e coll Brain 2020; 10: 3067-3076