Diabete di tipo II è fattore di rischio per il Parkinson
Razionale per uso di farmaci anti-diabete
Ricercatori inglesi hanno confrontato l’incidenza dello sviluppo successivo di malattia di Parkinson nel corso di 12 anni in 2 milioni di soggetti ricoverati per diabete di tipo II rispetto a 6 milioni di soggetti non diabetici. Hanno stabilito che il rischio di sviluppare il Parkinson nei diabetici era superiore del 32% e che il rischio era ancora più aumentato (fino al 49%) nei soggetti conplicazioni.
Il diabete di tipo II si sviluppa in persone di mezza età ed è dovuto allo sviluppo di resistenza all’azione dell’ormone insulina, che aiuta lo zucchero ad entrare nelle cellule dove verrà bruciato per generare energia. Il meccanismo alla base della associazione tra il diabete di tipo II e la malattia di Parkinson potrebbe essere duplice: lo sviluppo di resistenza all’insulina danneggia le cellule nervose, che possono usare solo lo zucchero per generare energia, rendendole più fragili e suscettibili agli insulti responsabili per il Parkinson (conosciuti solo in piccola parte) e livelli elevati della glicemia promuovono un processo infiammatorio cronico, che è anche associato allo sviluppo di Parkinson.
Questo studio si aggiunge a segnalazioni precedenti. Aumenta la probabilità che i farmaci anti-diabete ora studiati nel Parkinson (exenatide e liraglutide) possano essere efficaci.
Fonte: De-Pablo-Fernandez e coll Neurology online 10 luglio 2018