Un giro vita allargato potrebbe peggiorare la malattia di Parkinson
Correlazione tra sindrome metabolica e progressione
Ricercatori americani hanno analizzato i dati relativi a 1022 pazienti parkinsoniani che hanno partecipato ad uno studio originariamente condotto dal NINDS (Istituto Nazionale Americano per le Patologie Neurologiche e l’Ictus) per valutare la efficacia della creatina nella malattia di Parkinson.
Complessivamente, 396 dei 1022 pazienti presentavano una “sindrome metabolica” ovvero eccesso di grasso addominale con giro vita ampio, pressione arteriosa alta, valori elevati della glicemia (zucchero nel sangue) e livelli elevato di colesterolo e trigliceridi (altri tipi di grassi) nel sangue. Questi pazienti erano mediamente più anziani (in media avevano 63,9 anni rispetto a 59,9 anni dei pazienti senza la sindrome) ed erano generalmente di sesso maschile (75,3% dei maschi presentava la sindrome rispetto a solo il 57% delle donne).
Nel corso di un follow-up di 3 anni, i pazienti con sindrome metabolica hanno presentato un peggioramento più pronunciato del punteggio UPDRS totale e del punteggio UPDRS motorio (rispettivamente +0,6 punti e 0,5 punti all’anno in più) rispetto ai pazienti senza la sindrome.
Questi risultati sono soggetti a conferma. In ogni modo, essendo le caratteristiche della sindrome metabolica modificabili, si consiglia a tutti i Parkinsoniani con la sindrome di prendere provvedimenti per risolverla, dato che questo potrebbe avere anche un impatto favorevole sull’andamento della malattia di Parkinson.