Stimolazione transcranica diretta migliorerebbe la funzione cognitiva nel Parkinson
Studio preliminare italiano
Ricercatori delle Università di Torino e di Brescia hanno condotto uno studio sulla stimolazione transcranica diretta della corteccia cerebrale frontale con una corrente elettrica di bassa intensità con lo scopo di valutare la sua efficacia nel migliorare la lieve compromissione cognitiva (mentale) che può svilupparsi già nelle fasi iniziali della malattia di Parkinson nel 25-30% dei pazienti.
Lo studio è stato effettuato su 20 pazienti parkinsoniani con lieve compromissione cognitiva e 20 soggetti sani di pari età e sesso, con assegnazione casuale a due sequenze di trattamento ovvero una seduta di stimolazione transcranica attiva ed una simulazione della stimolazione in condizioni di doppia cecità (né i pazienti, né i valutatori sapevano quando la stimolazione era attiva o simulata).
Il parametro principale per la valutazione della efficacia di una seduta di stimolazione è stato la capacità di attribuire stati mentali ad altre persone e predire, descrivere e spiegare il loro comportamento in base a questi stati mentali. A questo scopo veniva proiettato un video e venivano poste domande, con registrazione sia del tempo fino alla risposta che del contenuto della risposta.
I ricercatori hanno stabilito che:
- La capacità di attribuire stati mentali ad altre persone è significativamente inferiore nei pazienti parkinsoniani rispetto a persone senza la malattia
- Uan sola seduta di stimolazione transcranica diretta ha significativamente accorciato il tempo di risposta, ma non la correttezza delle risposte
Questi risultati sono incoraggianti ma non definitivi e giustificano la continuazione della ricerca, con valutazione degli effetti di sedute ripetute di stimolazione transcranica diretta sulla compromissione cognitiva lieve nella malattia di Parkinson.
Fonte: Adenzato M e coll Translational neurodegeneration online 7 gennaio 2019