Punti quantici al grafene: nuova speranza per il Parkinson
Nanostrutture per spezzare gli accumuli di alfa-sinucleina
I punti quantici al grafene sono strutture piccolissime messe a punto tramite la nanotecnologia, costituite da atomi di carbonio collegati per formare un reticolo esagonale. Possono essere sottilissime e costituite da un solo strato di atomi o da più strati (spessore da 10 a 70 nanometri (= miliardesimi di metro). L’assenza di tossicità e la stabilità di queste nanostrutture è già stata dimostrata.
Ricercatori dell’Istituto per l’Ingegneria delle cellule della John Hopkins University a Baltimora (Stati Uniti) hanno pensato di cercare di sfruttare queste nanostrutture per combattere il Parkinson. Hanno somministrato queste strutture in animali da esperimento che rappresentano modelli della malattia di Parkinson. Hanno constatato che i punti quantici al grafene erano in grado di attraversare la barriere emato-encefalica, entrare nei neuroni e spezzare i tipici agglomerati della proteina alfa-sinucleina (i corpi di Lewy) che si formano nei neuroni malati di Parkinson. Il processo è iniziato entro 6 ore dalla somministrazione ed ha raggiunto il massimo dopo 24 ore. I frammenti cominciavano a sparire dopo 3 giorni e non erano più visibili entro 7 giorni.
Il potenziale di questa terapia innovativa dipende dalla natura dei corpi di Lewy ovvero se sono la causa o la conseguenza della malattia – una questione tuttora non risolta.
Fonte: Kim D e coll Nature Nanotechnology online 9 luglio 2018