La fisioterapia "a basse dosi" serve a poco nel Parkinson
I risultati dello studio PD REHAB in Gran Bretagna
È stato effettuato un studio per valutare l'efficacia di 4 sedute da un'ora di fisioterapia alla settimana per 8 settimane nel migliorare la capacità svolgere le attività quotidiane da parte di 762 pazienti affetti da malattia di Parkinson da lieve a moderata presso 38 centri in Gran Bretagna. I pazienti venivano assegnati al gruppo che partecipava a sedute di fisioterapia e terapia occupazionale oppure al gruppo senza alcun intervento. La capacità di svolgere le attività quotidiane è stata misurata con la scala specifica di Nottingham (NEADL = Nottingham Extended Activities of Daily Living) 3, 9 e 15 mesi dopo l'assegnazione casuale all'intervento oppure a nessun intervento. È stata anche misurata la qualità di vita tramite la scala PDQ-39 e EuroQol-5D, nonché la qualità di vita del caregiver ovvero di chi assisteva il paziente.
Lo studio ha avuto esito negativo. In altre parole non sono state rilevate differenze importanti tra il gruppo sottoposto a fisioterapia e terapia occupazione e quello che non partecipava alle sedute. Gli autori concludono che la fisioterapia “a basse dosi” non permette di ottenere miglioramenti importanti nella capacità di svolgere le attività quotidiane e nel migliorare la qualità di vita dei pazienti parkinsoniani nelle prime fasi della malattia. In futuro bisogna concentrare gli sforzi sulla valutazione dei programmi di riabilitazione intensiva.
Nota: AIP ha una rete di centri dove i pazienti vengono sottoposti a programmi di fisioterapia intensiva.