In futuro esame strumentale dell'occhio per la diagnosi di Parkinson?
Trovata correlazione tra spessore della retina e perdita dei neuroni dopaminergici
Ricercatori coreani hanno sottoposto 49 pazienti con una diagnosi recente di malattia di Parkinson, mai trattati farmacologicamente, e 54 controlli sani ad un esame oftalmologico che includeva l’OCT (tomografia ottica computerizzata), una tecnologia basata sull’uso del laser che permette di misurare lo spessore della retina con grande precisione. Contemporaneamente i pazienti parkinsoniani sono stati sottoposti a risonanza magnetica 3T per la misurazione della densità dei trasportatori di dopamina nei nuclei della base del cervello, incluso la sostanza nera.
Hanno riscontrato un assottigliamento della retina nei settori temporale ed inferiore nei pazienti parkinsoniani, soprattutto a carico dello strato delle cellule nervose gangliari. L’assottigliamento era correlato all’entità della perdita dei neuroni dopaminergici documentata dalla risonanza magnetica.
Questi risultati suggeriscono che la retina va incontro ad alterazioni precoci nella malattia di Parkinson. È stata avanzata l’ipotesi di sfruttare queste alterazioni a scopo diagnostico.
Sono necessarie ulteriori ricerche per confermare questi risultati, anche perché ricerche precedenti hanno riscontrati deterioramento della retina, ma in aree diverse da quelle dove l’assottigliamento è stato documentato in questo studio.
Fonte: Ahn e coll Neurology online 15 agosto 2018