Espressioni facciali e riconoscimento dell'identità nella malattia di Parkinson
Una delle abilità cognitive più studiate nei pazienti con malattia di Parkinson è il riconoscimento delle espressioni facciali emotive, cioè che esprimono un’emozione, che nel Parkinson è deficitario.
Dagli studi condotti, le emozioni risultate più costantemente compromesse sono le cosiddette emozioni negative, e si ipotizza che sia la riduzione dei livelli di dopamina nel cervello, causata dalla malattia, che porta all’incapacità di riconoscere dalle espressioni facciali alcune emozioni come la rabbia e la paura.
Una spiegazione alternativa per il deficit nel riconoscimento delle emozioni nel Parkinson potrebbe essere spiegata con i disturbi nell'espressività delle emozioni. Questa interpretazione si basa sulla teoria che il riconoscimento delle emozioni venga migliorato attraverso la capacità di simulazione/imitazione interna delle espressioni osservate, che avviene grazie ai neuroni specchio. In pratica: durante la visualizzazione di un'espressione facciale emotiva dell’interlocutore, a sua volta si attiva l’imitazione dell'emozione corrispondente nello spettatore. Pertanto, le carenze nel riconoscimento dell’espressione emotiva altrui, potrebbero derivare da una compromissione della propria espressività facciale causata da sintomi motori quali amimia, ipomimia o bradicinesia facciale.
È dunque interessante capire se esistano differenze nel riconoscimento delle espressioni facciali non emotive nei pazienti con Parkinson rispetto alle persone che non hanno la malattia. Questo perché, se il deficit osservato è causato principalmente dalla difficoltà di codifica delle emozioni, ci aspetteremmo che i pazienti non mostrino difficoltà nel riconoscimento delle espressioni facciali non emotive. Se invece il deficit nel riconoscimento delle espressioni emotive è causato principalmente dalla componente mimica, ci aspetteremmo che i nostri pazienti mostrino difficoltà anche nel riconoscimento delle espressioni facciali non emotive.
Una delle neuropsicologhe di Fondazione Grigioni per il Morbo di Parkinson, la dottoressa Aurora Colombo, con gli psicologi dell’Università di Milano Bicocca, ha condotto uno studio in due fasi che ha coinvolto un gruppo di pazienti del Centro Parkinson e parkinsonismi dell’ASST Gaetano Pini CTO e un gruppo di soggetti non affetti dalla malattia di pari età, scolarità e genere. Nella prima fase i pazienti e i soggetti sani si sono cimentati nel riconoscimento delle identità e delle espressioni non emotive di immagini statiche, nella seconda fase nel riconoscimento dell'identità di volti con un'espressione non emotiva in immagini dinamiche.
Dallo studio è emerso che i pazienti con malattia di Parkinson non mostrano difficoltà nel riconoscere le espressioni facciali statiche o dinamiche non emotive. Questo risultato fa propendere per l’ipotesi che il deficit nel riconoscere le espressioni emotive nel Parkinson possa essere prevalentemente legato all’elaborazione delle emozioni, piuttosto che alla simulazione dell’espressione.
A cura di Valentina Muraglia, Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson
Fonte: Gobbo S, Urso E, Colombo A, Menghini M, Perin C, Isaias IU, Daini R. Facial expressions and identities recognition in Parkinson disease. Heliyon. 2024 Mar 2;10(5):e26860. doi: 10.1016/j.heliyon.2024.e26860. PMID: 38463872; PMCID: PMC10923660.