Cronotipo, sonno e sonnolenza nella malattia di Parkinson
Molte funzioni fisiologiche dell'organismo variano in maniera ciclica nell'arco delle 24 ore, seguendo un ritmo circadiano (dal latino "circa" e "die", letteralmente "intorno alla giornata").
I ritmi circadiani sono regolati principalmente da un nucleo del cervello, il nucleo soprachiasmatico, che regola la produzione di neurotrasmettitori e di ormoni (per esempio il cortisolo) sincronizzandoli con l'alternanza del buio e della luce.
Tra le funzioni che seguono un ritmo circadiano si annoverano la pressione arteriosa, il ritmo del cuore, la temperatura corporea e l'alternarsi del sonno e della veglia.
I cicli sonno/veglia, chiamati anche cronotipi, sono tre: 1) il cronotipo "delle allodole" (persone che hanno la tendenza a svegliarsi presto e ad essere più attivi al mattino e "rallentano" e si addormentano presto la la sera); 2) il cronotipo "dei gufi" (persone che si svegliano tardi, sono più attive nelle ore serali e vanno a letto tardi) ; 3) il cronotipo "intermedio", che è il più frequente.
Uno studio pubblicato lo scorso ottobre sulla rivista scientifica Parkinsonism and related disorders ha valutato, attraverso un questionario dedicato, il cronotipo di un gruppo di 186 persone con malattia di Parkinson: la maggior parte avevano un cronotipo “delle allodole” (63.4%). Il risultato importante di questo studio è che non sono state rilevate differenze tra i diversi cronotipi per quanto riguarda la durata di malattia, la terapia o la prevalenza di sonnolenza diurna, che è uno dei sintomi più fastidiosi per i pazienti con Parkinson.
Inoltre, anche se si sa che il cronotipo può cambiare nel corso della vita, in funzione dell'età e delle attività giornaliere (per esempio le attività lavorative), in questo gruppo di pazienti non si è osservata una differenza nel cronotipo tra lavoratori e non lavoratori.
Questo argomento è di grande interesse: sono necessari studi su una popolazione di pazienti più ampia per capire se il cronotipo possa influenzare l’espressione dei sintomi della malattia di Parkinson, l’efficacia della terapia e la qualità di vita.
Inoltre, sarebbe interessante valutare l'impatto del cronotipo sulla malattia nei cronotipi più "estremi", in cui l'orario della sveglia e dell'addormentamento si discosta in maniera significativa dal ritmo fisiologico, determinando un'alterazione patologica del ritmo circadiano sonno/veglia.
A cura della dr.ssa Manuela Pilleri, Fondazione Grigioni
Fonte: Murphy S, Chibnik LB, Videnovic A. Chronotype, sleep, and sleepiness in Parkinson's disease. Parkinsonism Relat Disord. 2023 Jan;106:105189. doi: 10.1016/j.parkreldis.2022.10.011. Epub 2022 Oct 13. PMID: 36442363.