Optogenetica per risalire all'origine dei sintomi parkinsoniani
Individuato nuovo bersaglio terapeutico
Ricercatori della Corea del Sud e di Singapore hanno sfruttato una nuova tecnica di ingegneria genetica, l’optogenetica, per studiare il ruolo dei gangli alla base del cervello nella regolazione del movimento. L’optogenetica consiste nella modifica del patrimonio genetico delle cellule nervose, affinchè la loro attività venga stimolata e inibita dalla luce.
Hanno modificato geneticamente topi in modo che producessero poca dopamina e che i loro neuroni fossero ultrasensibili alla luce. Stimolando ed inibendo neuroni nei gangli basali hanno osservato che la loro attività inizialmente inibisce le cellule nervose in un’altra parte del cervello, il talamo ventrolaterale, ma, con il tempo, determina una iperattività compensatoria. L’iperattività del talamo ventrolaterale era associata alla comparsa di rigidità muscolare simile a quella che compare nei pazienti malati di Parkinson. Tuttavia, quando questa iperattività compensatoria veniva inibita, la rigidità non si sviluppava, nonostante i bassi livelli di dopamina.
Qualora questi risultati siano confermati, vi sarebbe un altro bersaglio terapeutico per terapie innovative contro il Parkinson.
Fonte: Jeongjin K e coll Neuron 2017; 95: 1181–1196.e8