Manganese e malattia di Parkinson
Scoperti meccanismi alla base della associazione
È da tempo che il manganese è stato incluso tra i fattori ambientali che aumentano il rischio di sviluppare la malattia di Parkinson. In particolare, è stato documentato che il rischio è aumentato in maniera dose dipendente tra i saldatori, che sono esposti al manganese nell’ambito lavorativo (vedere notizia 2017).
Ora studi in provetta e nell’animale da esperimento forniscono una spiegazione per questa associazione. È noto che i neuroni malati di Parkinson presentano caratteristici accumuli della proteina alfa-sinucleina detti corpi di Lewy e che mutazioni genetiche associate al Parkinson determinano alterazioni strutturali della proteina alfa-sinucleina alla base del suo malripiegamento. È emerso che il manganese promuove la fuoriuscita di vescicole pieni di alfa-sinucleina malripiegata che vengono velocemente trasmessi da cellula a cellula ed assunti da cellule microgliali (cellule di supporto per i neuroni), con scatenamento di un processo infiammatorio. L’iniezione di tali vescicole nello striato nel topo scatenava una patologia di tipo parkinsoniano.
A supporto della ipotesi che sia questo il meccanismo alla base della associazione tra esposizione al manganese e sviluppo della malattia di Parkinson è il rilievo di livelli notevolmente alti di vescicole piene di alfa-sinucleina mal-ripiegata in saldatori esposti al manganese.
Fonte: Harischandra e coll Science signaling online 12 marzo 2019