Lecstasy favorisce lo sviluppo della malattia di Parkinson oppure no?
La risposta verrà fornita da uno studio promosso dal Dipartimento di Neuroscienze della Università di Pisa
Lanno scorso ricercatori della Università John Hopkins a Baltimora lanciarono lallarme: in base a studi condotti nella scimmia, essi erano convinti che tre sole dosi di ecstasy nellarco di una notte sono sufficienti per causare danni cerebrali irreversibili nellarea striatale, unarea del cervello importante per la funzione motoria.
Poche settimane fa essi hanno ritrattato le loro affermazioni, dichiarando che per un errore le scimmie non erano state trattate con ecstasy, ma con unaltra sostanza.
Tuttavia, al Congresso Nazionale di Neuroscienze (SinS), che si è svolto a fine settembre a Pisa, ricercatori dellUniversità di Pisa hanno presentato ulteriori dati nellanimale che mostrano che lecstasy determina la degenerazione delle cellule cerebrali. Ora essi stanno organizzando uno studio nelluomo. Verranno inclusi giovani consumatori di ecstasy, che verranno sottoposti ad un esame introdotto di recente, DaTSCAN. Si tratta di una tecnica basata sulluso di un particolare tracciante che permette di ottenere informazioni sulla quantità di neuroni dopaminergici ancora funzionanti nel cervello dalle immagini cerebrali prodotte.