Perchè non tutti i portatori di mutazioni del gene GBA si ammalano?
Scoperti fattori genetici aggiuntivi
Le mutazioni del gene GBA1 sono tra i più frequenti, essendo presenti nel 10% circa dei casi di malattia di Parkinson, sia familiare che non (definito ‘sporadico’). E’ emerso che questo gene codifica la proteina glucocerebrosidasi, che è un enzima in grado di scindere la glucosil-ceramide ed evitarne così l’accumulo, che si associa all’aumento dei livelli della proteina alfa-sinucleina (la quale, a sua volta, è la principale componente dei corpi di Lewy che si formano all’interno delle cellule nervose malate di Parkinson).
Non tutti i portatori di mutazioni del gene GBA1 si ammalano perché, come dicono i genetisti, la “penetranza” ovvero la manifestazione clinica della mutazione è bassa.
Ricercatori dell’Istituto Liggins in Nuova Zelanda hanno effettuato esami approfonditi del gene GBA1 per cercare di capire i fattori che regolano la sua penetranza. Hanno scoperto che una parte del gene che sembrava privo di funzione in realtà regola l’attività della espressione del gene ovvero quanta proteina produce per l’uso nei tessuti periferici. Inoltre, hanno scoperto che esistono siti regolatori del livello di attività del gene nel sistema nervoso contrale (sostanza nera e corteccia cerebrale) su altri 6 cromosomi. Ecco spiegato perchè il funzionamento del gene non dipende solo dalla presenza di una mutazione.
Queste scoperte aprono la via verso nuovi approcci terapeutici con l’obiettivo di rallentare lo sviluppo della malattia di Parkinson.
Fonte: Schierding W e coll Mov Disorders 2020; 35 (8): 1346-1356