Il traslatoma per lo studio delle malattie neurodegenerative
Già trovate due proteine chiave per lo sviluppo del Parkinson
Inizialmente si studiava il genoma ovvero i geni che facevano parte del patrimonio genetico di un individuo. Poi si è capito che non tutti i geni vengono letti con la stessa frequenza, che addirittura ci sono geni che regolano il livello di funzionamento altri geni, per cui si è cominciato a valutare questo aspetto ovvero, in termini genetici, il livello di “espressione” dei vari geni. Tuttavia, anche questo non è sufficiente, perché i geni si influenzano tra di loro in maniera assai complessa e quello che veramente conta sono i messaggi che dal nucleo della cellula, dove si trova il DNA, escono e vengono trasmessi alle strutture produttrici della cellula in periferia. Ora è stato messo a punto un metodo per individuare l'insieme dei messaggi trasferiti in periferia, il “traslatoma”, frutto del lavoro della Rockefeller University e Columbia University negli Stati Uniti.
Il metodo ha già permesso di individuare due proteine dette SATB1 e ZDHHC2 che sembrano essere indispensabili per la buona salute dei neuroni dopaminergici nella sostanza nera, mentre sono meno importanti per la salute dei neuroni dopaminergici appartenenti ad un'area cerebrale vicina l'area tegmentale ventrale. Sembra che la riduzione di queste proteine messaggero sia un passo chiave nello sviluppo della malattia di Parkinson e spiegherebbe perché vengono colpiti selettivamente i neuroni dopaminergici nella sostanza nera.
Fonte: Brichta e coll Nature Neuroscience online 27 luglio 2015