Inefficacia di Prasinezumab nel Parkinson in stadio iniziale
Sono appena stati pubblicati, sull'importante rivista scientifica The New England Journal of Medicine, i risultati di uno studio con Prasinezumab nella fase iniziale della malattia di Parkinson.
Prasinezumab è un anticorpo monoclonale diretto contro l'alfa-sinucleina aggregata, che svolge un ruolo importante nella patogenesi del Parkinson.
Lo studio è stato disegnato in modo che i 316 pazienti arruolati ricevessero in modo casuale placebo o prasinezumab per via endovenosa a una dose di 1500 mg o 4500 mg ogni quattro settimane per un anno, misurando alla fine dell'anno di trattamento sia il cambiamento del punteggio della scala MDS-UPDRS, che il livello del trasportatore di dopamina (misurato con la SPECT con 123I-ioflupane) per valutare l'efficacia sulla progressione della malattia.
Questi i risultati: non è stata osservata nessuna differenza sostanziale tra i gruppi trattati con prasinezumab e il gruppo trattato con placebo sia per quanto riguarda le misure cliniche che per quanto riguarda la progressione della malattia, e sono stati registrati alcuni eventi avversi gravi (nel 6,7% dei partecipanti nel gruppo trattato con 1500 mg e nel 7,5% di quelli nel gruppo trattato con 4500 mg).
Questo lavoro evidenzia come sia importante pubblicare anche i dati di non efficacia e gli eventi avversi, che rappresentano un punto di "ripartenza" per altre sperimentazioni.