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Identificato medicinale che “ringiovanisce” le cellule nervose dopaminergiche

L’ isradipina per la pressione alta, un medicinale già in commercio da anni, potrebbe essere utile nella malattia di Parkinson

Un gruppo di fisiologi (scienziati che studiano come funziona il corpo umano) presso l’Università Northwestern (Stati Uniti) si sono chiesti come mai solo le cellule nervose dopaminergiche muoiono nella malattia di Parkinson, mentre le altre cellule nervose rimangono normali. Hanno studiato a fondo le cellule nervose dopaminergiche ed hanno scoperto che quando invecchiano cominciano ad usare il calcio al posto del sodio per trasmettere gli impulsi nervosi, mentre le altre non lo fanno. Hanno pensato che questo poteva renderle vulnerabili allo stress e/o a varie tossine in soggetti predisposti e di vedere quello che succedeva quando l’uso del calcio veniva bloccato. Dopo il blocco cellule nervose dopaminergiche vecchie si sono fermate per poco tempo e poi hanno ripreso la loro funzione - usando il sodio come quando erano giovani ! Successivamente gli scienziati hanno messo a punto uno studio nel topo. Hanno suddiviso i topolini in due gruppi, uno in cui veniva impiantato negli animali una capsula che rilasciava poco a poco il medicinale isradipina, un bloccante del calcio ed uno a cui non veniva impiantato nulla. Una settimana più tardi ai topi è stato iniettato una tossina detta MPTP che avvelena le cellule dopaminergiche. I topi senza l'impianto hanno sviluppato sintomi parkinsoniani, mentre gli altri sono rimasti normali. Isradipina è un farmaco già in commercio da anni per il trattamento della pressione alta. La dose rilasciata dalla capsula corrisponde a circa 10 volte la dose attualmente usata nell’uomo. Sono iniziati studi per valutare se dosaggi così alti sono ben tollerati nell'uomo. In base all'esperienza clinica, dosi elevate di isradipina possono causare mal di testa e capogiro.

Savio Chan C e coll Nature online 10 June 2007