Linee guida sul trattamento della disfagia nel Parkinson
La disfagia, cioè la difficoltà di deglutizione, si può presentare nella malattia di Parkinson, soprattutto nelle fasi avanzate. Un gruppo di esperti nel campo della disfagia e della malattia di Parkinson ha rivisto la letteratura su questo argomento e ne ha riportato i risultati, discutendone in una conferenza organizzata a Pavia, in Italia.
E' emerso chiaramente dalla letteratura che nel Parkinson, una riduzione della performance dei muscoli della deglutizione può essere associata a un aumentato rischio di polmonite ab ingestis, e la riduzione della performance dei muscoli masticatori è associata a una maggiore durata del pasto, a un affaticamento e una ridotta deglutizione. Tutto questo può portare a uno stato nutrizionale ridotto.
La diagnosi dei disturbi della deglutizione dovrebbe avvalersi anche di esami strumentali come la videofluoroscopica (VFSS) e la valutazione endoscopica della deglutizione (FEES), che possono servire anche a monitorare l'efficacia di eventuali terapie.
Pertanto, dovrebbero essere prescritti interventi nutrizionali sulla base di una valutazione multidisciplinare da parte di un team specializzato che coinvolge neurologi, otorinolaringoiatri, foniatri, gastroenterologi, logopedisti, dietisti e nutrizionisti clinici.
Un consiglio utile da dare al paziente per esempio è il consumo del pasto in fase on, quando le condizioni motorie e di deglutizione sono migliori, o l'utilizzo di alcune strategie che migliorano la deglutizione, come il mantenimento del capo flesso quando si deglutizione.
Dunque è importante che i nostri pazienti, nel caso sperimentassero difficoltà di deglutizione per il liquidi e/o per i solidi, si rivolgano subito al loro neurologo in modo da valutare l'entità del problema e trovare insieme delle strategie per affrontarlo.
FONTE: Schindler A, et al. Consensus on the treatment of dysphagia in Parkinson's disease. J Neurol Sci. 2021 Sep 27;430:120008.
A cura della dott.ssa Carlotta Bolliri, Biologa Nutrizionista