Chirurgia ginecologica avanzata nelle donne con malattia di Parkinson
Alcuni argomenti sono poco trattati anche perché la letteratura scientifica dedica ad essi uno spazio limitato.
Vogliamo però segnalare questo lavoro interessante, pubblicato su una rivista autorevole, "Parkinsonism and Related Disorders", che ha affrontato l'argomento della chirurgia ginecologica nelle pazienti con malattia di Parkinson, in particolare se e come il Parkinson può influenzare gli esiti perioperatori dopo la chirurgia ginecologica avanzata (esclusa quella per neoplasia).
I disturbi ginecologici -quali per esempio il prolasso uterino che causa urgenza urinaria e a volte incontinenza, nicturia (cioè necessità di minzione notturna) e disturbi della sfera sessuale- sono comuni tra le donne con Parkinson, ma possono essere meno diagnosticati e meno trattati a causa di una certa esitazione verso la chirurgia elettiva derivante dalla preoccupazione per i possibili rischi perioperatori di pazienti più delicati quali sono i parkinsoniani.
Lo studio pubblicato è uno studio retrospettivo, cioè uno studio basato sull'analisi di dati clinici raccolti nel passato, sui dati contenuti in un grande database medico statunitense (Nationwide Inpatient Sample) di donne sottoposte a chirurgia ginecologica avanzata in periodo di tempo di quattro anni.
In sintesi, sono stati raccolti i dati di 526 (0,1%) donne con Parkinson e 404.758 donne senza Parkinson sottoposte a chirurgia ginecologica ed è emerso, in sintesi, che sì la durata della degenza è stata più lunga nelle pazienti con Parkinson ma i due gruppi del tutto erano paragonabili nella probabilità di sviluppo di complicanze perioperatorie, come quelle cardiologiche, polmonari, infettive ematologiche e genitourinarie.
Dunque la malattia di Parkinson non peggiora gli esiti della chirurgia ginecologica, e i neurologi possono così rassicurare le pazienti con Parkinson che devono affrontare tale chirurgia.