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Tanto maggiore la sedentarietà, tanto minore è l'attenzione nel Parkinson

Intatte la memoria e le facoltà mentali generali

È noto che l’esercizio fisico offre molti benefici ai pazienti parkinsoniani.

Ora ricercatori americani, invece di valutare i benefici dell’esercizio, hanno voluto valutare eventuali effetti negativi della sedentarietà. A questo scopo hanno studiato 20 pazienti aventi 50-80 anni, affetti da malattia di Parkinson idiopatica, non dementi, nelle fasi iniziali della malattia (Hoehn & Yahr 1-2), in terapia dopaminergica stabile, a cui è stato chiesto di indossare un bracciale che misura l’attività fisica elettronicamente (Sensewear Pro) per 7-10 giorni e di sottoporsi ad una valutazione delle facoltà cognitive (mentali) tramite un test MoCA (Valutazione Cognitiva di Montreal).

È emerso che la percentuale del tempo di veglia trascorso in sedentarietà (ovvero il numero totale di minuti in cui non si svolgeva attività fisica diviso il tempo totale trascorso da svegli nelle 24 ore) era inversamente correlato alla capacità di attenzione, ma non alla memoria o alle facoltà cognitive in generale.

Questo era uno studio preliminare in un numero limitato di pazienti. Il rilievo di un effetto negativo della sedentarietà incoraggia a svolgere studi più ampi per approfondire l’impatto della sedentarietà nei pazienti parkinsoniani.

Fonte: Troutman SBW e coll J Mov Disord 2020: 13: 146-149