Perdita dell'olfatto nel Parkinson peggiora con il tempo
Potrebbe essere usato per monitorare l'avanzamento della malattia
È noto che molti pazienti presentano già perdita dell’olfatto quando viene diagnosticata la malattia di Parkinson. Vi sono poche informazioni sull’andamento di questo sintomo nel corso della malattia.
Ricercatori giapponesi hanno valutato l’olfatto in 278 soggetti senza compromissione delle facoltà mentali, di cui 79 avevano una diagnosi recente di malattia di Parkinson (in media da 7,9 mesi), 71 la stessa diagnosi formulata da qualche anno (in media da 47 mesi ovvero da quasi 4 anni) e 128 erano controlli sani. La valutazione è stata effettuata tramite il test giapponese di identificazione degli odori su bastoncini, che prevede tre tipi di risposta: il nome dell’odore (per es. aglio), odore non identificabile, assenza di odore.
I pazienti parkinsoniani hanno presentato una perdita significativa dell’olfatto rispetto ai controlli sani. Inoltre, vi era una differenza significativa anche tra i pazienti con diagnosi recente rispetto a quelli con diagnosi meno recente: i primi sono riusciti mediamente a identificare correttamente 4,3 odori ed a individuare correttamente la presenza di 1,6 odori (anche se non erano in grado di identificarli); non percepivano in media 1,2 odori. I valori medi corrispondenti nei pazienti di più lunga diagnosi erano rispettivamente di 2,5 , 2,2 e 3,8.
I giapponesi ritengono che il test dell’olfatto potrebbe contribuire alla valutazione della progressione della malattia.
Fonte: Sasaki & Horie Movement Disorders Clinical Practice online 23 luglio 2020