Non una, ma due malattie di Parkinson
Una teoria danese che "va di moda" ora
Nella malattia di Parkinson le cellule nervose malate presentano i tipici corpi di Lewy, la cui principale componente è rappresentata da aggregati di proteina alfa-sinucleina mal ripiegata. Si ritiene che questi aggregati possano propagarsi di cellula in cellula. Non è stato chiarito dove inizia il fenomeno, dato che gli aggregati sono stati rilevati sia nel cervello che nel sistema nervoso autonomo periferico, che regola le funzioni vitali.
Ricercatori danesi hanno esaminato con tecniche avanzate per immagini (PET e risonanza magnetica) 37 pazienti parkinsoniani di nuova diagnosi ed un gruppo di controllo di 22 soggetti, considerati a rischio per sviluppo di malattia di Parkinson perché affetto da disturbo del sonno REM. In alcuni pazienti hanno riscontrato danni al cervello, senza danni al sistema nervoso autonomo periferico a livello del cuore e dell’intestino, mentre in altri hanno riscontrato il contrario.
In base ai loro rilievi hanno avanzato l’ipotesi che vi possano essere due forme di malattia di Parkinson: una che origina dal cervello, l’altra che origina dall’intestino. In quest’ultima forma sarebbero molto importanti le alterazioni del microbiota intestinale e la loro correzione, per esempio tramite il trapianto fecale, potrebbe essere una terapia efficace.