Il ganglioside GM1 potrebbe essere neuroprotettivo
Pubblicati risultati in pazienti parkinsoniani trattati per due anni
Il ganglioside GM1 è una sostanza che si trova naturalmente nel cervello e che fa parte integrante del rivestimento esterno delle cellule nervose. Riveste un ruolo importante nello sviluppo dei neuroni e nella loro sopravvivenza, e controlla molte funzioni cellulari.
Studi in laboratorio hanno evidenziato che l'aggiunta del ganglioside GM1 è in grado di salvare neuroni danneggiati, prolungandone la sopravvivenza sia in provetta che in animali da esperimento.
Ora neurologi dell'ospedale universitario Jefferson a Philadelphia (Stati Uniti) hanno completato uno studio clinico preliminare che suggerisce che questa attività neuroprotettiva si esplica anche in pazienti parkinsoniani. Lo studio era una sperimentazione controllata in 94 pazienti parkinsoniani (77 trattati con il ganglioside) con tre gruppi ed assegnazione casuale (randomizzata) al gruppo di trattamento: un gruppo veniva subito trattato con il ganglioside GM1 e la terapia proseguiva per 120 settimane, un secondo gruppo inizialmente assumeva placebo (una sostanza inerte) per 24 settimane e poi passava al ganglioside GM1, che poi veniva assunto per 96 settimane ed il terzo gruppo veniva trattato in maniera convenzionale senza alcuna terapia aggiuntiva. Il parametro primario di efficacia era la variazione del punteggio motorio sulla scala UPDRS. Alla fine dei primi 6 mesi i pazienti che avevano ricevuto il ganglioside GM1 hanno presentato un miglioramento significativo del punteggio motorio, che si è mantenuto sia alla settimana 72 che alla settimana 120 alla fine del trattamento.
I ricercatori affermano che, qualora questi risultati vengano confermati in uno studio più ampio, GM1 potrebbe essere di notevole beneficio per i pazienti affetti da malattia di Parkinson
Fonte: comunicato stampa dell'ospedale universitario Jefferson di Philadelphia
Schneider et al J Neurol Sciences online 30 November 2012
Studi in laboratorio hanno evidenziato che l'aggiunta del ganglioside GM1 è in grado di salvare neuroni danneggiati, prolungandone la sopravvivenza sia in provetta che in animali da esperimento.
Ora neurologi dell'ospedale universitario Jefferson a Philadelphia (Stati Uniti) hanno completato uno studio clinico preliminare che suggerisce che questa attività neuroprotettiva si esplica anche in pazienti parkinsoniani. Lo studio era una sperimentazione controllata in 94 pazienti parkinsoniani (77 trattati con il ganglioside) con tre gruppi ed assegnazione casuale (randomizzata) al gruppo di trattamento: un gruppo veniva subito trattato con il ganglioside GM1 e la terapia proseguiva per 120 settimane, un secondo gruppo inizialmente assumeva placebo (una sostanza inerte) per 24 settimane e poi passava al ganglioside GM1, che poi veniva assunto per 96 settimane ed il terzo gruppo veniva trattato in maniera convenzionale senza alcuna terapia aggiuntiva. Il parametro primario di efficacia era la variazione del punteggio motorio sulla scala UPDRS. Alla fine dei primi 6 mesi i pazienti che avevano ricevuto il ganglioside GM1 hanno presentato un miglioramento significativo del punteggio motorio, che si è mantenuto sia alla settimana 72 che alla settimana 120 alla fine del trattamento.
I ricercatori affermano che, qualora questi risultati vengano confermati in uno studio più ampio, GM1 potrebbe essere di notevole beneficio per i pazienti affetti da malattia di Parkinson
Fonte: comunicato stampa dell'ospedale universitario Jefferson di Philadelphia
Schneider et al J Neurol Sciences online 30 November 2012