I benefici della riabilitazione intensiva a lungo termine nel Parkinson
Stabilizzazione della funzione motoria e riduzione della dose di levodopa richiesta. Una ricerca condotta dal gruppo guidato dal dottor Giuseppe Frazzitta
Ricercatori italiani presso l'Istituto Riabilitazione di Montescano (Pavia) hanno suddiviso 50 pazienti parkinsoniani in due gruppi di 25 pazienti, uno ricoverato per essere sottoposto ad un speciale programma riabilitativo intensivo per 4 settimane, che prevedeva speciali esercizi per l'equilibrio su una pedana stabilometrica ed esercizi sul tappetto ruotante, l'altro di controllo, trattato solo farmacologicamente. A tutte e due è stato raccomandato di fare esercizi a casa dopo il ricovero e di fare passeggiate per almeno mezz'ora al giorno. Ai pazienti sottoposti a riabilitazione veniva consigliato di continuare a fare gli esercizi che avevano imparato durante il ricovero.
Dopo un anno è stato rilevato che la funzione motoria, espressa come punteggio UPDRS, nei pazienti sottoposti alla riabilitazione intensiva era simile all'anno precedente (prima della riabilitazione in media il punteggio UPDRS era 40, dopo la riabilitazione era scesa a 28, dopo un anno era ritornata a 41) mentre i pazienti trattati solo farmacologicamente presentavano un peggioramento (un anno prima mediamente 40, dopo un anno 49 p= 0.0001). Un secondo ricovero per riabilitazione ha apportato gli stessi benefici del primo (riduzione del punteggio UPDRS medio da 41 a 31).
Nel corso dell'anno tra un ricovero e l'altro la dose giornaliera di levodopa richiesta è diminuita mediamente di 52 mg nel gruppo sottoposto a riabilitazione, mentre è aumentato mediamente di 30 mg nel gruppo trattato solo farmacologicamente (p=0.04).