Giapponesi quasi pronti per studi con cellule staminali indotte nell'uomo
Risultati positivi a due anni dall'impianto in scimmie
Ricercatori giapponesi hanno pubblicato sulla famosa rivista Nature i risultati dell’impianto di cellule staminali indotte di origine umana in scimmie due anni dopo l’intervento.
Le cellule impiantate erano cellule di origine umana, riconvertite in cellule staminali e dopo indotte a trasformarsi in cellule progenitrici di neuroni dopaminergici tramite tecniche di ingegneria genetica.
Le scimmie impiantate presentavano deficit motori simili a quelli osservati nella malattia di Parkinson in seguito a lesioni dei neuroni dopaminergici indotti dalla tossina MPTP.
Le scimmie sono state tenute in osservazione per due anni. Tecniche per immagini (risonanza magnetica e PET) hanno mostrato che le cellule sono sopravvissute, si sono espanse e si sono integrate nei circuiti neuronali, determinano un progressivo miglioramento dei deficit motori nei 12 mesi successivi.
È stato rilevato che i risultati migliori dipendevano di più dalla qualità delle cellule impiantate che dalla loro quantità.
Dal punto di vista della sicurezza, non sono state osservate formazioni tumorali e non sono state rilevate reazioni immunitarie contro le cellule. Le reazioni immunitarie rimangono comunque una preoccupazione e si pensa di adottare i criteri di istocompabilità messi a punti specificamente in un altro studio sui primati negli studi futuri.
Rimane inoltre l’interrogativo sui risultati a lungo termine. Studi precedenti con cellule fetali hanno evidenziato che con il tempo le cellule trapiantate si possono ammalare anche loro.
I giapponesi sperano di poter avviare una sperimentazione clinica nell’uomo entro la fine del 2018.
Fonte: Kikuchi e coll Nature 2017; 548 (7669) 592-596