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Farmaci introvabili: Ora una battaglia di civiltà

pezzoliUna petizione promossa da AIP

 

Nonostante tutti i nostri sforzi e le sollecitazioni alle autorità competenti (riportate anche in questo forum), si può dire che ogni giorno incontriamo ancora pazienti che si lamentano di non trovare i farmaci che sono stati loro prescritti dal neurologo. È una situazione variegata spesso difficile, a tratti molto pesante, specie per i parenti che sono costretti a girare molte farmacie per ottenere le medicine prescritte per i loro cari, e spesso inutilmente. Ma perché questo avviene? È presto detto: le aziende farmaceutiche producono il farmaco e lo immettono sul mercato italiano senza "abbondare troppo" perché in Italia il prezzo di alcuni farmaci è assai più basso di Germania o Inghilterra, ad esempio, anche il 70% di meno. Alcuni grossisti italiani (1900 dei quali sono farmacisti) lo ricevono e invece di metterlo in commercio per i pazienti italiani lo reinscatolano con foglio illustrativo nella lingua della nazione dove deve essere spedito e lo vendono poi ad un prezzo molto più alto all'estero. Tutto regolare, tutto secondo la legge. Ma ai malati italiani chi ci pensa? Noi abbiamo proposto l'utilizzo delle farmacie comunali o di quelle ospedaliere per la distribuzione di questi farmaci. In Italia però la realtà è eterogenea e non è sempre possibile adottare un'unica soluzione. Quando gli interessi economici sono enormi le soluzioni pur semplici diventano difficili. Abbiamo proposto un registro di patologia consultabile da parte dei farmacisti che li obblighi a tenere in negozio i farmaci per i pazienti che prendono in carico. Per ora però non succede niente. Noi continueremo questa battaglia di civiltà fino a quando non avremo ottenuto giustizia.

Gianni Pezzoli
Presidente Associazione Italiana Parkinsoniani