Skip to main content

Documentata l'utilità della terapia occupazionale nel Parkinson

I risultati dello studio OTIP

È stato effettuato uno studio controllato con assegnazione randomizzata (casuale) a terapia occupazionale oppure nessuna terapia in 191 pazienti affetti da malattia di Parkinson, di cui 124 sono stati assegnati alla terapia e 67 a nessuna terapia (età media 71 anni; durata media di malattia 6 anni; stadio Hoehn & Yahr 1-2 62% nel gruppo trattato e 70% nel gruppo di controllo; Hoehn & Yahr 3  35% e 24%) in Olanda. L'intervento è consistito in fino a 16 sessioni di terapia occupazionale di 1 ora nell’arco di 10 settimane; la sessione comprendeva consigli e l'uso di strategie per affrontare attività problematiche, nonché l'uso di ausili. Venivano coinvolte anche le badanti. L'endpoint primario per l'efficacia era la variazione del punteggio relativo alla propria performance in base ad una nota scala canadese (“Canadian Occupational Performance Measure”  COPM) che va da 1 (il punteggio peggiore) a 10 (il punteggio migliore). 

Al basale mediamente il punteggio COPM era di 4,3 nel gruppo trattato e di 4,4 nel gruppo di controllo. Dopo 3 mesi il punteggio medio è aumentato in misura significativamente maggiore nel gruppo trattato  (in media 5,8 rispetto a 4,6). La differenza era minore, ma ancora significativa a 6 mesi (in media 5,7 rispetto a 4,7). Non vi erano differenze significative tra i due gruppi per quanto riguarda la qualità di vita e non sono stati segnalati effetti collaterali.

Gli autori concludono che il primo studio controllato e randomizzato sulla terapia occupazionale ne ha dimostrato l'efficacia e che bisogna effettuare ulteriori studi sia per identificare i pazienti che ne possono beneficiare maggiormente, sia per ottenere dati di costo-efficacia.

 

Sturkenboom e coll Lancet Neurol online 8 aprile 2014