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Riduzione della funzione ipotalamica e malattia di Parkinson

Correlazione tra perdita di neuroormoni ipotalamici e decorso della malattia

I disturbi del sonno nella malattia di Parkinson somigliano a quelli di un’altra malattia neurologica chiamata narcolessia, causata dalla riduzione della produzione di neuro-ormoni chiamati ipocretine, nell’ipotalamo. Per questo motivo è stato effettuato un conteggio delle cellule dell'ipotalamo responsabili per la produzione di ipocretine, nonché di quelle responsabili per la concentrazione del pigmento melanina nel cervello di 11 pazienti parkinsoniani e di 5 controlli non affetti dalla malattia, nonchè della perdita di cellule contenenti melanina nella sostanza nera (l’area in cui muoiono le cellule nervose nella malattia di Parkinson). La perdita dei due tipi di cellule è stata correlata alla gravità della malattia di Parkinson, misurata in base al stadio della malattia in base alla scala Hoehn & Yahr rilevata dai neurologi quando il paziente era in vita. La perdita di cellule responsabili per la produzione di ipocretina era strettamente correlata alla gravità della malattia di Parkinson, con una perdita variabile dal 23% allo stadio I fino al 62% allo stadio V; lo stesso valeva per le cellule responsabili per l’ormone che concentra la melanina, la cui perdita variava dal 12% allo stadio I fino al 74% allo stadio V. La perdita di cellule contenenti melanina nella sostanza nera non era correlata alla gravità della malattia, ma solo alla sua durata. Questi risultati suggeriscono che vi sia un nesso tra malfunzionamento dell’ipotalamo - una ghiandola posta al centro della testa che è come un direttore d'orchestra che regola il funzionamento automatico dei visceri tramite la secrezione di neuro-ormoni – e decorso della malattia di Parkinson Questo studio è stato possibile grazie alla banca dei tessuti nervosi di Los Angeles in California (Stati Uniti). E' un esempio del tipo di studi per cui è indispensabile la disponibilità di tessuti nervosi corredati da dati clinici, come lo saranno quelli nella Banca dei Tessuti Nervosi BTN sostenuta dalla Fondazione Grigioni in Italia.

Thannickal et al Brain 2007; 130: 1586-1595