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PARP e la malattia di Parkinson

corpidilewyNuovo potenziale target per terapie innovative

La malattia di Parkinson è caratterizzata dalla formazione di aggregati della proteina alfa-sinucleina nelle cellule nervose, un fenomeno che si ritiene possa essere alla base della loro degenerazione.
Ricercatori americani hanno recentemente scoperto che PARP1, un enzima che rappresenta uno dei meccanismi a disposizione della cellula per riparare il DNA in caso di danno, è coinvolto negli effetti tossici della alfa-sinucleina. Hanno iniettato nel cervello di topi fibrille preformate di alfa-sinucleina, che aumentano il danno causato al DNA da acido nitrico con conseguente attivazione di PARP1, che, a sua volta, ha indotto aggregazione della alfa-sinucleina già presente e la sua propagazione ad altre cellule, nonché, in casi gravi, la morte della cellula. Gli effetti negativi di PARP1 sono stati bloccati dall’uso di inibitori di PARP.
Questa scoperta, qualora venga confermata da ulteriori studi, è di notevole interesse per due motivi:
1) inibitori di PARP sono già in commercio come anticancro, per cui la loro valutazione nella malattia di Parkinson potrà essere avviata in tempi più rapidi rispetto a molecole non in commercio
2) Inibitori di PARP potrebbero essere efficaci in altre sinucleinopatie, come la demenza da corpi di Lewy e l’atrofia multisistemica (MSA), patologie per le quali attualmente non sono disponibili terapie valide.

 

Fonte: Olsen & Feany New England J Med 2019; 380: 492-494