Intestino sempre più coinvolto nel Parkinson
Malattia riprodotta e trattata con terapia genica nel topo anziano
Sono passati 20 anni da quanto il ricercatore tedesco Heiko Braak ha formulato l’ipotesi che la malattia di Parkinson potesse avere origine a livello intestinale. L’ipotesi è che si formino aggregati della proteina alfa-sinucleina nel lume intestinale che poi migrano lungo le fibre nervose del nervo vago fino al sistema nervoso centrale-
Ora tale migrazione è stata documentata in topi dopo l’iniezione di aggregati della proteina alfa-sinucleina nella parete del primo tratto intestinale (duodeno). La migrazione verso il sistema nervoso centrale è avvenuta in tutti i topi che hanno ricevuto l’iniezione indipendentemente dalla loro età, ma si sono ammalati solo i topi anziani, che hanno presentato sviluppo di sintomatologia motoria simil-parkinsoniana e disturbi gastrointestinali.
I ricercatori hanno pensato che questo potesse essere dovuto al fatto che i livelli dell’enzima glucocerebrosidasi deputata allo smaltimento degli aggregati si abbassano con l’età. Per questo motivo hanno stimolato la produzione dell’enzima tramite terapia genica ed hanno osservato miglioramento della sintomatologia gastrointestinale e riduzione degli aggregati di alfa-sinucleina.
Fonte: Challis C e coll Nature Neuroscience online, 17 febbraio 2020