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Individuato un nuovo potenziale biomarcatore della malattia

colturaUno studio pilota sul ruolo del peptide PK2 nella malattia di Parkinson.

 

 

Gli incoraggianti dati preliminari raccolti da una squadra di ricercatori dell’Istituto di biochimica e biologia cellulare del CNR in collaborazione con le Università di Roma, Sapienza e Tor Vergata, suggeriscono la potenziale scoperta di un nuovo metodo di identificazione precoce della malattia di Parkinson.

Il lavoro è stato recentemente pubblicato sulla rivista “Movement Disorders”.

Analizzando il sangue di 31 pazienti si è dimostrata per la prima volta una diretta correlazione tra la presenza della malattia e un significativo aumento del peptide PK2 rispetto a soggetti sani.

La PK2 (Prochineticina 2) è abitualmente presente nell’organismo ed è preposta al funzionamento di diverse funzioni del sistema nervoso centrale, sia fisiologiche che patologiche. Ma la sua maggiore attivazione associata alla malattia di Parkinson ne lascia supporre una possibile azione protettiva della patologia, con una doppia funzione antiossidante e di ripristino dei danni mitocondriali.

I risultati di questa scoperta, se confermati nell’ambito di uno studio più esteso, come spiega la dottoressa Cinzia Severini che ha condotto il lavoro, si rivelerebbero utili sia per identificare precocemente l’insorgenza della malattia di Parkinson, sia per la creazione di nuove terapie farmacologiche potenzialmente utili.

Non rimane che attendere lo studio di un campione molto più ampio ed eterogeneo di pazienti per meglio comprendere il ruolo di PK2 nella malattia di Parkinson.

 

Fonte: Schirinzi T. e col Mov Disord. 2021 Jan 6. Online ahead of print