Effetti dei probiotici nella malattia di Parkinson
Vi sono prove crescenti del potenziale ruolo dell'asse intestino-cervello nella patogenesi della malattia di Parkinson e dell'uso dei probiotici come possibile strategia terapeutica.
I probiotici sono definiti dal World Health Organization come “microrganismi vivi che, somministrati in quantità adeguate, conferiscono benefici per la salute dell'ospite”.
I probiotici possono esercitare i loro effetti benefici attraverso diversi meccanismi d'azione, tra cui: 1) colonizzazione e normalizzazione di una flora microbica intestinale perturbata; 2) miglioramento della funzione di barriera dell'intestino e 3) attivazione di attività enzimatiche e successiva produzione di metaboliti che regolano positivamente il metabolismo energetico periferico e centrale.
In questa revisione sistematica che presentiamo, sono stati analizzati un totale di 17 articoli, e i risultati degli studi preclinici suggeriscono che il trattamento con probiotici aumenta il metabolismo del glucosio, riduce l'infiammazione periferica e centrale, riduce lo stress ossidativo centrale, diminuisce la neurodegenerazione (aumento del numero di neuroni dopaminergici della tirosina idrossilasi e dei livelli di fattore neurotrofico derivato dal cervello), aumenta la funzione motoria e non motoria (memoria).
Questa revisione è la prima a riportare prove sistematiche dei possibili effetti benefici dei probiotici sui meccanismi molecolari e cellulari nel Parkinson. Tuttavia, sono ancora necessari studi aggiuntivi e dati più consistenti per confermare questi risultati.
a cura della dott.ssa Carlotta Bolliri, biologa nutrizionista
FONTE: Valentina Leta, et al. Neurogenic and anti-inflammatory effects of probiotics in Parkinson’s disease: a systematic review of preclinical and clinical evidence. Brain, Behavior, and Immunity. 5 Ago 2021.