Omocisteina nella Malattia di Parkinson.
L'iperomocisteinemia è comune nei pazienti trattati con levodopa, ma non si associa a complicanze neuropsichiatriche e cardiovascolari.
Un aumento dell'omocisteina nel sangue è un fattore di rischio per patologie cardio-vascolari, ma anche per la demenza e per gravi disturbi psichici. E' noto anche che il trattamento con levodopa dà luogo, per metilazione metabolica della sostanza, ad alti livelli di omocisteina in molti pazienti parkinsoniani. Non è stato finora ben accertato se l'aumentata presenza di questo metabolita si accompagna ad alterazioni clinicamente di rilievo e se agisce come fattore di aggravamento della M. di P.
Settantadue pazienti consecutivi con Parkinson idiopatico, tutti, tranne 10, in trattamento con levodopa, sono stati sottoposti ad una batteria di test per la valutazione della malattia di base (UPDRS), delle funzioni cognitive e per la presenza di depressione e/o psicosi. Veniva inoltre valutato con ultrasuoni lo spessore della parete dell'arteria carotide comune.
Il 39% dei pazienti aveva livelli di omocisteina al di sopra della norma, che si correlavano con la durata della malattia e del trattamento con levodopa, ma non con la gravità della prima, nè con il dosaggio della seconda. Non è stata riscontrata alcuna associazione tra elevati livelli di omocisteina e spessore della carotide, nè con la presenza di complicanze cardio-vascolari. Non è stata nemmeno notata una correlazione tra omocisteina aumentata e alterazioni neuro-psichiatrche. La gravità della M. di P. non ha subito variazioni.
Hassin -Baer S et al - Clin Neuropharmacol - 2006; 29:
Notizie correlate
- La corretta alimentazione
- Trattamento iniziale della malattia di Parkinson: la levodopa, i dopamino agonisti ed il deprenil a confronto
- Assunzione di proteine nei pazienti parkinsoniani valutata usando il questionario alimentare EPIC
- Sospensione della levodopa dopo stimolazione bilaterale del nucleo subtalamico (STN)
- Ropinirolo e levodopa a confronto nella malattia di Parkinson in fase precoce
- Nuovo farmaco anti-Parkinson da associare alla levodopa si rivela sicuro
- Trent'anni dopo la sua scoperta la levodopa rimane farmaco efficace nella malattia di Parkinson
- Nuove evidenze a favore della levodopa
- Lamantadina migliora le discinesie indotte dalla levodopa
- La tomografia ad emissione di positroni (PET) mostra la destinazione della levodopa
- Un nuovo principio nella terapia a base di levodopa per la malattia di Parkinson
- Sinergia tra entacapone e levodopa nelle fasi iniziali della malattia di Parkinson
- Olanzapina e clozapina a confronto nelle discinesie indotte da levodopa
- Minori complicazioni dopaminergiche nel medio termine con terapia iniziale a base di pramipexolo invece che a base di levodopa
- La levodopa nel trattamento delle prime fasi della malattia di Parkinson
- Effetti della terapia cronica a base di levodopa e di pergolide sulla eccitabilità corticale nella malattia di Parkinson
- Il trattamento con levodopa a lungo termine
- Fluttuazioni motorie diurne in seguito a dosi ripetute di levodopa
- Passaggio alla levodopa/carbidopa a rilascio controllato e qualità di vita (QdV)
- L'amantadina per i movimenti involontari indotti da levodopa